Impossibile ruotare, inaccessibile sequenza di immagini e sorrisi ma ancora di piu’ profonda e orrenda, no ridicola la mia incapacita’ di esprimermi, di realizzare, di gratificare, soddisfare, solo pronunciare.
Io sono il mio grottesco buffone, pantomima d’inesplicabile e ingiustificata presenza, impalpabile cuore in fumo di pensiero e non c’e’ ragione, nessuna diversa ragione.
Poche parole replicate ed e’ osservarsi osservato, sottospecie di vita, di felicita’, di essenza da centellinare mentre v’e’ un cosmo da spendere.
Sento di perdere terreno e nulla ha piu’ valore quando il valore si misura in intenzioni e non in gesti, pensiero e non abbraccio.
Capisco sempre meno, giro attorno alla coda come se quanto e’ trascorso avesse colori piu’ vividi, forme piu’ definite, soggetto che non sia coacervo di parole e concetti frammezzati da caos e desolante banalita’.
Inseguo ombre abbandonando la strada maestra, demolisco alte mura quando porta conduce a lucente verita’ a due passi da questi occhi che rimangono socchiusi per non apprendere, per timore di spazio che vorrei percorrere ma non posso.
Potere, desiderare, assenza di suono e tragica consapevolezza di aver smarrito l’attimo, ancora una volta arretro e cedo il passo innanzi alla semplicita’ che non so cullare, non riesco a stringere forte se non come ricordo freddo ed abbandonato, lacrima asciutta in cui immergo malinconie e gioie, consolazione di cio’ che non ho avuto e che non ho saputo amare abbastanza.
Toccami, magari solo in sogno
soffia
sussurra un’altra volta: vivi
io lo saro’
Guardami, tra le nuvole e i veli
soffia
sussurra un’altra volta: “vivi”
io vivro’