Verdi rose

La luce era intensissima malgrado l’orario e le ombre, lunghe, profonde, ghermivano le pareti coi loro artigli.
Il riflesso dell’acqua ondeggiava tra terra e vetri danzando con le ombre, intervalli di luce e buio in vivace alternarsi, epica battaglia tra dei dimenticati e potentissimi.
Spessi muri trasparenti tra me e il bosco di pini eppure sentivo la sua voce, il sussurro impetuoso dei rami e l’umile risposta delle creature che l’abitano.
Non capivo le parole ma il senso non era mistero, il messaggio chiedeva solo di sentire senza ascoltare e cosi’ feci, respiro su piccole onde trasparenti, movimenti come ricordi lunari e lentamente il tempo che si spegne come i pensieri, trascinando le angosce e le inquietudini lontano nel loro cerchio, nel centro del nulla.
Ricordo perfettamente come mi sentissi eppure non potrei descriverlo perche’ il contrasto lacerava le definizioni, disgregava i paragoni, annullava i raffronti.
Ricordo che ero irritato e stanco, poi perplesso e incuriosito, infine placato come raramente prima con una punta di fugace eccitazione, mistero da svelare in un nuovo orizzonte, preludio e scoperta.
Davvero fu un preludio ed e’ stato sorprendente scoprirlo lontano nel tempo e nello spazio dai quei luoghi.
Tutto lontano ora eppure ne percepisco lo schema, la precognitiva evocazione e quelle acque hanno visto la nascita di un nuovo avvenire, barriera di epoche e scogliera da cui scegliere direzioni diverse e se davvero diverso fu cio’ che segui’, non dimentico quel bivio, quelle stanze, il mistero affascinante di qualcosa che nasce e qualcosa che muore.

Rispondi