Rimango nella penombra di una luce riflessa con la punizione di una posizione ingestibile per scrivere.
Dormire, ma quale sonno rimane se rimbalza dentro il desiderio di esorcizzare il giorno, se anche solo un sospiro, forse un rantolo immerita il riposo.
Lontano dai miei luoghi soliti ma non distaccato completamente, realta’ alternativa in fondo, leggero brivido per allargare leggermente, poco i confini.
Inutile ma un po’ funziona e piccole magiche scintille trasformano la ventola in soffio di vento sul mare, lampada in tramonto, silenzio in tranquilita’.
Gia’ nel rientro godevo dell’arrivo domandandomi cosa avrei voluto una volta a casa e nell’indefinibile un pensiero troppo grande: essere migliore.
Perche’ no in fondo… eppoi con queste stelle, con l’anima grigia, le spalle ricurve e il passo incerto, potrebbe persino divenire realta’ e se cosi’ non fosse mi bastera’ averlo voluto, ambito, respirato.