Un problema di meno

E’ come ripercorrere i propri passi cambiando la strada, non il percorso.
Ho bisogno del mio passato, cresco e prospero sul mio passato e il passato e’ un lungo ininterrotto filo del quale si possono dimenticare pezzi e tratti senza eliminarli pero’.
Riconfigurare, ridisegnare allora, cronologia bypassata, storia non come la si aveva lasciata ma alternativa nuova ed inesplorata, studiata, riadattata ma almeno diversa.
Ma non e’ la partenza, la destinazione disturba quindi volere fare cosa, illudersi di cambiare cosa, tormentarsi perche’.
Quante inutili considerazioni pero’, che stupido modo di rovinare la serata.
E’ che certe porte aperte andrebbero non chiuse ma accostate anche se bisogna poi convivere col proprio egoismo, con la faccia dell’ingratitudine e dell’irriconoscenza.
Che fare quindi e cedere sotto il peso di qualcosa che non appartiene piu’ non e’ possibilita’ contemplata, prevista.
Un treno e’ passato, io sono salito e qualcosa, qualcuno importante no, ecco tutto.
Ho sbagliato, devo tornare indietro, devo cambiare, devo, devo…
Devo fare finta di niente, devo ignorare, devo chiudere gli occhi e poi si vedra’, si sentira’, si capira’…
Well, it’s not far down to paradise, at least it’s not for me
And if the wind is right you can sail away and find tranquility
Oh, the canvas can do miracles, just you wait and see.
Believe me.
It’s not far to never-never land, no reason to pretend
And if the wind is right you can find the joy of innocence again
Oh, the canvas can do miracles, just you wait and see.
Believe me.

Rispondi