Ci sono accadimenti piccolissimi che rimangono incastrati li’ da qualche parte, tra le pieghe del blu e di cio’ che doveva essere, lampi oscuri che stringono luce nella morsa del dubbio, discussione infinita alla quale non so sottrarmi.
Forse gioco, forse nostalgia, forse conferma, passi laterali nella cieca avanzata, avanti sempre avanti e non sia mai che cambi ma s’intende non ridiscutere, non negare, uscire e non fuggire, nuova aria nella stantia stanza del gia’ visto, del gia’ vissuto, del gia’ passato.
In fondo e’ cantare canzone, una di quelle di sempre, una di quelle per sempre e inventare arrangiamenti e parole, inserire un respiro di tanto in tanto, allungare materia di nuvole, convulsione di tempo, illudersi di possedere tutto il vento nascosto tra rami ed erba e scatenare collisioni di pianeti ed angeli, tripudio di tutto cio’ che poteva avvenire, osanna a giro di basso che come spina dorsale sostiene, tasti d’avorio come battiti di grande cuore e non so, poco altro in fondo.
La mente non e’ qui, neppure lontana, sincronia imperfetta, movimento sfasato che distanzia, diverge, crea mondi e dimensioni, parallele realta’ che non so comprendere, solo osservare attonito nel tripudio di forme, fantasmi, cacofonia emotiva che sorge come sole alieno, incomprensibile ed affascinante, luce sbagliata su giusto orizzonte, maledizione che e’ destino, il contrario chissa’, come ricordare, come riconoscere.
Strano modo di cavalcare l’indisponente risveglio all’inutile coricarsi in sogni confusi e maledetti perche’ non c’e’ risveglio se non altrove, non c’e’ dormire se non diverso in mare piu’ caldo, meno morbido, piu’ colorato, meno opportuno in sospiro che diviene chimera, gentile abbraccio che non e’, non puo’ essere, orrore che mai sara’, sempre meno assimilabile ad utopia irraggiungibile.
Behind a vessel of clouds, a sun wakes up from its lethargy
Refreshes itself with some little raindrops
Plays with the hot flames of the fire
Makes rainbows