Invento nuovo codice e non so come riesce a rilassarmi, sfida ulteriore che leggera si aggiunge al pesante carico odierno e mi sento sazio sebbene non pieno.
Qualcosa ancora dentro si muove, gira vorticosamente ma non stanca, immune sopporto, ignoro e lascio correre.
C’e’ calma irreale, inquietante persino, strana atmosfera quando solo urlando e spaccando porte si riempie quel vuoto insopportabile alla vita.
Mi guardo attorno e non riconosco completamente questi oggetti, ascolto Sakamoto ed e’ come musica sentita dopo millenni di cacofonico silenzio.
Vorrei che sottile striscia di fumo fosse ancora nella mio respiro, vorrei che quelle note suonate con due dita non cessassero di stupirmi, vorrei ricordare come potrebbe essere se solo sapessi comprendere, accettare meglio questo momento.
Consapevole del presente e non pare vero, sorpreso trovo meravigliosa sospensione, totale insensibilita’ e nulla fuori posto, solo leggero fruscio, voci accavallate e distanti, stridore di acciaio su acciaio e sorrido mentre mi rivelo completo, senza bisogni o suggestioni.
Totalmente indipendente scivolo tra le valli dei miei pensieri e li invento senza spettatori, ad un passo dall’assoluto, leggero, forse illuso ma non cambierei con niente al mondo il quieto mio respirare.
Laggiu’, indefinito soggiace l’incompleto e l’irrealizzato ma sfondo e’ seta preziosa, per una volta liscia e profumata superficie, carezzevole, immobile lancetta, preziosa stasi.
Scriverne e’ gia’ peccato, descrivere e’ gia’ sacrilegio, riflesso egoista, solo mio…
I’ll go walking in circles
While doubting the very ground beneath me
Trying to show unquestioning faith in everything
Here am I, a lifetime away from you
The blood of christ, or a change of heart