Illuminato da sole rovente, nessuna fatica, nessuno sforzo nel rito di mistico inventato e da inventare, accettare quanto accade col sogno di chi ignaro dorme e confonde differenti piani di realta’ mentre asfalto vivo si snoda di serpente affondato nell’azzurro, ripido e spaventoso scivola tra rovi e terra brulla, terra in fiamme, giallo e marrone nel preludio di bianche case, donne nere, nerissime, strana umanita’ alla quale eppure appartengo molto piu’ di quanto vorrei, gente che dimora in guscio di noce nel poco piu’ che primitivo, scomparsi ricordi, atemporale saluto e ricordo sfalsato nei racconti di chi educa, di chi insegna, di quanti non sanno, non capiscono, non si rendono conto.
Redentore nelle note, mano di Dio benevola e gentile se arrivare e’ qualcosa di piu’ di fermarsi e prendersi con forza la vita, se toccare terra e correre e nuotare e inventare e ascoltare e imparare resta immutato e fortissimo, secondi da contare perche’ secondi che contano, perche’ respirare aria tersa ovunque occhi chiusi conducano puo’ essere immenso privilegio, esperienza d’indicibile potenza quando valore del giorno che finisce si misura in lampadine accese, mani gelate, fotogrammi sempre piu’ noiosi, sempre piu’ distanti.
Paradosso di quanto non ha sapore, non piu’ eppure un tempo sale e cuore, energia che muove e agita pensieri malgrado disprezzo e giuramenti, stanchezza e disgusto di luoghi che non ho saputo comprendere, di gente invero compresa benissimo, rimanendo aggrappato a mancanza di nostalgia, forse un ritorno, minuscola voglia d’inconsapevole immortalita’ in luce bassa, sottile respiro, stelle oscurate in tetra anima.
Then I was inspired, now I’m sad and tired
After all, I’ve tried for three years seems like ninety
Why then am I scared to finish what I started
What you started – I didn’t start it