Cielo, cielo declina a pioggia, luce brillante, raggi luminosi come dita di Dio a voler ripulire terra da cavi e cemento, sporcizia e smog ma il giorno e’ alto, speranze ancora immense, sentiero senza ostacoli, senza discussioni.
Qualcosa finisce ma e’ ciclo di vita, qualcuno soffre ma non siamo nati per questo, non e’ forse vero che non c’e’ discesa senza salita e in fondo si dimentica, del resto si cambia, si cresce, s’impara e c’e’ ogni volta qualcosa da svelare e mistero definito da ignoranza, da mancata conoscenza, da pagine non aperte, musica non ascoltata, melodie non cantate e serve soltanto qualcosa che sostenga, qualcosa che non faccia cadere e lasci innanzi agli occhi tutte quelle parole, mondo dentro mondo, istruzioni di una vita da non vivere, forse manuale di strano sollazzo che se conosci non giochi ma intanto che sia silenzio, che altri urlino e corrano, si proteggano dalla pioggia vicina, cosi’ vicina.
Come fine senza inizio, come fato inesorabile cosi’ ben delineato che pare inutile persino vivere e chi non capisce, chi ignora, chi inneggia stupidamente a vita di fango e luce, sempre meno luce, e’ immagine oscurata nell’illusione di bagliore, e’ fango nel ritenersi acqua fresca, e’ gas mefitico scambiato per ossigeno.
Gocce di esistenza che se ne va, letto di colpevoli rancori, maledizione sputata in faccia a desiderio di vita che non si vuole, non si merita, non ci sara’ e siano altrui lacrime a benedire terra gia’ conquistata e prosciugata, illusione di potenza, illusione di forza, illusione che cio’ che si vede sia cio’ che e’, nell’avvicendarsi di angeli e bambini in coro dal sapore di gettoniera e meccanismo celato alla vista, ai sensi, alla realta’.
Un mare di verde sconvolto tra cielo e terra, inaspettato evento eppure solo nel riportare ordine e principio, punendo malvagi salvandoli, riunendo cio’ che mai doveva congiungersi, veniale peccato su veniale colpa, destino a quattro zampe ma cio’ che conta sono occhi, sguardo fisso di chi ha innanzi a se’ una luce, uscita da inferno verso aria, aria da respirare, pioggia da bere avidamente, calore infine meritato perche’ colpa e’ nera onda che s’attacca all’anima prima della vittima e poi del carnefice e non importa, davvero non importa inizio, fine, acqua, terra, morte e vita quando con quegli occhi si puo’ far nascere una vita, unica vita che posso immaginare.
Qualcosa finisce ma e’ ciclo di vita, qualcuno soffre ma non siamo nati per questo, non e’ forse vero che non c’e’ discesa senza salita e in fondo si dimentica, del resto si cambia, si cresce, s’impara e c’e’ ogni volta qualcosa da svelare e mistero definito da ignoranza, da mancata conoscenza, da pagine non aperte, musica non ascoltata, melodie non cantate e serve soltanto qualcosa che sostenga, qualcosa che non faccia cadere e lasci innanzi agli occhi tutte quelle parole, mondo dentro mondo, istruzioni di una vita da non vivere, forse manuale di strano sollazzo che se conosci non giochi ma intanto che sia silenzio, che altri urlino e corrano, si proteggano dalla pioggia vicina, cosi’ vicina.
Come fine senza inizio, come fato inesorabile cosi’ ben delineato che pare inutile persino vivere e chi non capisce, chi ignora, chi inneggia stupidamente a vita di fango e luce, sempre meno luce, e’ immagine oscurata nell’illusione di bagliore, e’ fango nel ritenersi acqua fresca, e’ gas mefitico scambiato per ossigeno.
Gocce di esistenza che se ne va, letto di colpevoli rancori, maledizione sputata in faccia a desiderio di vita che non si vuole, non si merita, non ci sara’ e siano altrui lacrime a benedire terra gia’ conquistata e prosciugata, illusione di potenza, illusione di forza, illusione che cio’ che si vede sia cio’ che e’, nell’avvicendarsi di angeli e bambini in coro dal sapore di gettoniera e meccanismo celato alla vista, ai sensi, alla realta’.
Un mare di verde sconvolto tra cielo e terra, inaspettato evento eppure solo nel riportare ordine e principio, punendo malvagi salvandoli, riunendo cio’ che mai doveva congiungersi, veniale peccato su veniale colpa, destino a quattro zampe ma cio’ che conta sono occhi, sguardo fisso di chi ha innanzi a se’ una luce, uscita da inferno verso aria, aria da respirare, pioggia da bere avidamente, calore infine meritato perche’ colpa e’ nera onda che s’attacca all’anima prima della vittima e poi del carnefice e non importa, davvero non importa inizio, fine, acqua, terra, morte e vita quando con quegli occhi si puo’ far nascere una vita, unica vita che posso immaginare.