Superare il meglio

Il piede sta sfiorando l’acqua e inaspettatamente e’ ricordo duraturo, uno da portare con se’ nei giorni e quando si cercano ragioni e motivi.
So, so benissimo dovrei terminare il giro su questa infinita ellisse e non precipitare nella trappola tesa a rinchiudermi ancora una volta in inutile tragedia, in corsa verso la polvere.
E’ che purtroppo ho imparato a nuotare sin troppo bene e trattengo il fiato ancora meglio.
Acqua come aria fresca e fango come fuliggine, turbini che si muovono come brezza e gorghi spaventosi di sottile movimento.
Amo e odio, rapidissima successione di fotogrammi sovraesposti, gonfie deformazioni di psichedeliche immagini, eterna proiezione di medesime figure contorte ed esplico su esse tutto cio’ che conosco, quella misera cultura che mi appartiene giocata in due accordi e qualche campo lungo e che il resto passi a domani, nuovo tempo, nuova meraviglia su cui germinare in radici di nero fumo.
Confusione ma non basta perche’ la confusione non e’ mai abbastanza, la confusione e’ lucida nella sua indefinibile forma e caratterizzazione, quindi a me materia grezza da porgere in lacrime a chi vede, a chi ascolta, a chi si accontenta di poco o niente, buon tentativo fallito e via a riderci sopra in inutile gaudio, recrudescenza che almeno delinea lo stato delle cose.
Bilico…
Ho perso il mio controllo sulle cose di ogni giorno
e sento
la mia memoria vuota come aria da non respirare
ma ci vuole del coraggio per restare sempre in piedi
(ma mi senti)
in un momento
questo momento
solo in un satellite in costante movimento

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