Cielo incerto, incerti bisogni, fulgide prospettive, ego gonfio ed irrorato di colori e curiose eventualita’, rapide selezioni di schegge a divenire.
Il volo e’ basso ma veloce, rasosuolo per meglio visualizzare, memorizzare e forse decidere anche se tutto e’ deciso, ogni tassello inquadrato senza errore, senza timore.
Non e’ contesto che genera fantasmi eppure io conosco, ho frequentato quelle stanze con troppa o poca luce, finestre spalancate oppure sigillate nel loro carico di muffe e polveri.
Basta una sola frase, domanda sbagliata, sbagliata risposta e come cambia quell’azzurro di pochi istanti prima, quella terra di morbide piume che diviene dura roccia.
Non stasera no…
Metarfosi non e’ se la prospettiva e’ scusa da accettare senza riserve, esitazione alcuna e le parole non semplificano troppo, scorrendo lente, attrito di giorni che non conducono esattamente dove si vorrebbe.
E’ che mi sento insolitamente freddo quando non dovrei, piccola resa che accompagna passi incerti donando forza e consistenza in futuro a cui non so attribuire colore o contorno.
Tuffarsi in altri mari, verde e calda acqua, separare, separare e non raccogliere, non possedere, non accumulare e accatastare meno possibile, piu’ lontano possibile, nel salone in cui non entrare, non vedere, neppure contemplare.
Conti da farsi e non c’e’ modo di fuggire o forse e’ nel tentativo il successo, la speranza, la possibilita’ e sognare lidi vicini gia’ e’ piu’ che eventualita’, forse e’ direzione.
Zero