Sistema inerziale

Apologia della partenza o forse esaltazione della stessa.
Difficile stabilirlo, difficile parlarne, cosi’ allettante pensarci.
Corse che stabiliscono legami antichi, elastico teso e fionda potente in luoghi piu’ immaginati che visti.
Punti condivisi, il cielo ad esempio.
Non e’ un problema di clima ma di sfumatura, digradare d’intenso blu in rosso, nero, grigio, desiderio.
Partenza che non e’ fuga ma evoluzione, rivoluzione certo ma nello stato dell’esistere non della permanenza.
Concetto oltre al movimento, ricerca e ritrovamento di radici bramose di acqua, terra, aria.
A volte penso basterebbe un balcone, una panchina, vento caldo al tramonto, luci di auto senza fretta, bagliori da vetrine che stanno per chiudersi, coppie tranquille con piccole smanie di rientro rilassante a casa.
Ho guardato dentro quelle case attraverso finestre socchiuse e ho veduto cio’ che volevo vedere, ho invidiato cio’ che volevo invidiare, ho immaginato storie e racconti quotidiani, ho rubato zolle d’erba e costruito colline fiorite.
E’ in quei momenti che credo d’afferrare qualcosa che bramo senza sapere cosa sia, e’ quel ricordo dimenticato eppure mai vissuto realmente, vivido, dipinto con tavolozza di diamanti e stelle e poi…
… poi rimango con le mani contratte verso il cielo, grigio che non riconosco e trama mai vista.
Forse un passo piu’ vicino o forse ancora un’illusione, pero’ mi sento meglio e quello squarcio nella realta’ chissa’ non divenga sentiero…

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