Svegliarsi poco prima che la notte muoia, polso accelerato, sogni dentro sogni dentro sogni come specchi riflessi in specchi, sempre piu’ scuri, sempre meno definiti sino a scomparire lasciando in cambio aria viziata.
Freddo sudando, spasmi di fantasmi che mai piu’ torneranno e orecchie tese nella ricerca di auto lontana, frusciare di rami e nessun lampione a mascherarsi da alba.
Stancamente le immagini lasciano il posto alla coscienza e strane canzoni in testa.
Cosa vuole dire, che significa, quale significato attribuire?
Letterale parafrasi, coincidenza curiosa, reminescenza recondita, messaggio di inconscio sconfitto, cosa devo pensare, dietro quali angoli sbirciare, quale polvere spazzare?
Insonnia e’ il nome di che cosa?
Allarme di vita troppo piena, troppo vuota o semplicemente inutile non necessario ad intasare bocchettoni d’aria vitale, forse osmosi tra stati di coscienza, fluidi mentali che scorrono alla ricerca di nuovi alvei e se quelle canzoni siano innocui scarti o assi portanti, giunti di congiunzione di un mistero sempre li’ da risolvere no, non saprei dire.
La sveglia e’ lontana, pure il mondo la’ fuori, questo letto caldo e’ l’ultimo posto in cui vorrei stare eppure nulla puo’ accogliermi con piu’ grazia e malgrado tutto c’e’ piu’ di una ragione per cui rimanere, forse rotolando e sbuffando e quei rapidi movimenti non sono danza ma presenza e ancora come sempre, piu’ di sempre affronto cio’ che sono, ascolto la mia canzone e le parole suggerite dall’inconscio sono connubuio perfetto, messaggio che sia o no.
Noi uomini forti sappiamo a che santo votarci,
in nome di cosa, non so, ma noi teniamo duro,
teniamo nascosto il passato e pensiamo al futuro.
…ma il futuro cos’e’?
Il futuro e’ un’ipotesi,
forse il prossimo alibi che vuoi,
il futuro e’ una scusa per ripensarci poi.