Perdo senso di elasticita’, statua di sabbia e fango, fragile paccottiglia e voglia, bisogno di mare, acqua grigia, eterea figura che fluttua come fantasma.
La mia bocca e’ sigillata, deformata, plastica infiammata, escrescenza filamentosa ed indurita, maledizione fatta carne.
Nuovo oggetto tra mani deboli, testa ciondolante e non so quale demone mi impedisca di scivolare, cercare l’oblio della sconfitta, la polvere, la polvere come ritorno, come amica, come preludio di sinfonia mai scritta, orchestra che mi osserva immobile in cerca di un cenno, un movimento, un gesto che e’ liberazione ed inizio.
In piedi, capo chino, non ho nulla da dire, nulla da fare, paralizzato, incapace persino di respirare, vorrei arrendermi ma non posso, non ne sono capace.
Stringo cosi’ gli occhi e urlo inutili maledizioni, imprecazioni alle stelle ma e’ la terra, la terra a non lasciarmi scampo ma non so altrimenti dove trarre sostentamento, forza, coraggio, determinazione, ancora un po’ di dignita’, qualche sogno, il ricordo della speranza.
Qualcuno che abbia un immeritato posto per me che non puo’ essere mio perche’ il piu’ grande degli spazi e’ prigione minuscola se la felicita’ e’ ombra riflessa del passato, spettro che non ricordo neppure di aver incontrato.
Giallo non e’ oro e pioggia non e’ benedizione, niente e’ cio’ che appare e quando smetto di credere niente puo’ piu’ credere in me e cosa aspettarsi diversamente.
Sono buio, scintilla spenta, alba senza sole e mi dispiace, io non ho piu’ niente, io eco lontano, sordo rivebero, vento appena passato, promessa disillusa.
We’re rotten fruit
We’re damaged goods
What the hell
We got nothing more to lose