Perche’ continuo a farmi male trasponendo in me pensieri che non posso neppure immaginare.
Esorcizzare, estirpare quanto mi ferisce, ma cosa vuole dire sapere di non avere armi per combattere la propria battaglia, scagliarsi in braccio al divenire senza alcuna possibilita’ di sopravvivere…
Non c’e’ nulla da fare, quanto e’ inutile ogni gesto, ogni azione e pensiero.
La vita e’ un inganno e la trascorriamo come una menzogna nota, mentendo sapendo che ci stanno mentendo, che ci stiamo mentendo.
C’e’ un singolo punto in cui siamo contratti e per quanto si faccia, e’ quel punto a cui torniamo sempre.
Quanto ci si puo’ sentire soli quando il tempo finisce, mentre il futuro si disintegra, nel momento in cui tutto il tempo perduto ti viene sbattuto in faccia con inaudita violenza?
Che maledetta forza si deve avere per guardarsi negli occhi e dirsi che non e’ bastato, che non e’ servito, che… che e’ finita qui…
Ora che scopro che la mia musica di Natale combacia esattamente alla musica del commiato, ho persino un po’ di paura…
…non rimane niente…
Infinito futuro
Non so affrontare la morte.
Non e’ paura o timore, e’ proprio il rifiuto del concetto d’esistenza della morte.
Forse e’ la fortuna di averci avuto a che fare in giusta misura o semplicemente l’aver potuto evitare molte delle occasioni in cui mi ci sono imbattuto, ma oggi non ho modo o difesa su essa.
Magari e’ il non pensare mai a chi non c’e’ piu’ in termini di passato.
Non credo nelle tombe, nelle lapidi, nei sepolcri, i cimiteri non mi ispirano riflessioni, ricordi o considerazioni.
I cimiteri sono luoghi concepiti dai vivi per vivi che ragionano da morti e c’e’ qualcosa di insano e sbagliato in tutto questo ma forse e’ solo il mio pensiero che distorce la realta’.
Invero credo in cio’ che in uomo ha costruito, nelle sue opere, nei suoi lasciti, negli oggetti e nelle cose.
Credo nel suo dna, nel pensiero che ha trasmesso, nelle nozioni che ha insegnato, nell’esperienza che non ha disperso.
Credo nei momenti felici ancora negli altrui cuori, nei calici alzati, in cio’ che rimane, mai in quanto smarrito.
Mi piace pensare a chi e’ scomparso come pietra su cui erigere case o palazzi, monumenti o solo piccole capanne, piccolo o grande appoggio che sia, comunque vitale, fondamentale, solo utile forse ma necessario.
Il corpo e’ polvere ma il pensiero e’ energia, forza, carburante del divenire e cosa altro e’ mai piu’ importante rimanga di noi su questa terra.
Ugualmente penso a chi se n’e’ andato e certo ricordo, rimpiango e mi commuovo ma solo per brevi istanti perche’ e’ piu’ forte l’insegnamento, la forza impartita e la gioia che questi ricordi devono regalare.
Poi nelle notti in cui si pensa alla morte con troppa generosita’, chi ci ha preceduto e’ sempre li’ a sussurrare che di tempo ne rimane, che non c’e’ fretta, non c’e’ bisogno e accorciare cosi’ l’attesa dell’alba, rendere un po’ piu’ tenero il silenzio, un po’ piu’ caldo il giaciglio, un po’ piu’ pesanti le palpebre.
Certe volte il pensiero della morte aiuta a vivere meglio…
Presenze sconfitte
Il dovere di questi tempi ha un sapore quasi irresistibile.
In epoca di diritti, di permessi, di concessioni, di autorizzazioni, di immensa generosita’, di anime belle e candide, muovere passi nel giardino degli obblighi diventa pressoche’ irresistibile, a volte troppo.
Quanta voglia di prendersi qualcosa per se’, almeno ogni tanto, istituzionalizzare l’infrangere delle regole come avviene ovunque e far propria la regola -esisto quindi pretendo-.
Voglia di dirsi che non e’ debolezza ma desiderio, che non e’ cedere ma esigere, non egoismo ma giustizia.
Tanta voglia ma anche tante voci, voci dentro, voci antiche e profonde, forse di eta’ sbagliate ma mischiate con troppo sangue per estirparle dal pensiero, erba oggi cattiva, marcia e maleodorante, cariatidi polverose in disfacimento che ancora pretendono di dire cosa e’ doveroso fare… e ci riescono benissimo.
Rispettare comunque i miei doveri, almeno fino a quando avro’ bisogno di una coscienza per addormentarmi.
Solo i cinici e i codardi non si svegliano all’aurora,
per i primi
Sono, sono da sempre
C’e’ ancora chi guarda in faccia le persone?
Tensione palpabile, bocche serrate, occhi socchiusi e un disprezzo diffuso di cio’ che esiste.
Invece di finirla di ingoiare spazzatura, abbiamo deciso di puntare al rialzo per mangiarne ancora di piu’.
Ora e’ tardi, ora non se ne esce, ora non e’ piu’ una scelta, ora e’ guerra per non subire.
Non parlo di capitalismo pro e contro, non perdiamo tempo in piccoli concetti mentecatti; e’ lo spirito, il pensiero, l’intenzione da curare.
Ragionare sullo scegliere non rinunciare, smettere di desiderare e accontentarsi del volere, seguire il lampo di luce e ignorare il fracasso del tuono.
Fermarsi, fermarsi solo per un istante, fare piccoli passi e come in un effetto da videoclip, passare rallentati tra una folla indifferente a se’ stessa e almeno ogni tanto, essere cio’ che si e’ e non cio’ che si crede.
Porca puttana, una intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli o schiavi coi colletti bianchi.
La pubblicita’ ci fa inseguire le macchine e i vestiti.
Fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono.
Siamo i figli di mezzo della storia.
Non abbiamo ne’ uno scopo ne’ un posto, non abbiamo la grande guerra ne’ la grande depressione.
La nostra grande guerra e’ quella spirituale.
La nostra grande depressione e’ la nostra vita.
Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati miliardari, divi del cinema, rockstar ma non e’ cosi’ e lentamente lo stiamo imparando
Centro dell’est
E se fosse lo spazio da disquisire, da mettere in discussione?
Analizzare il tempo al passato quando la direzione e’ nello spazio al futuro; cosi’ semplice l’equazione?
Continuare a ragionare in termini di corsia di marcia e corsia di sorpasso, di orari in cui circolare, di velocita’ e limitazioni quando le pieghe dello spazio risolvono piu’ delle pieghe del tempo.
Ci sono strade da percorrere diverse, nascoste, strade che non vediamo perche’ ragioniamo in due dimensioni, senza profondita’, senza discernimento tra vista e immaginazione, continuando a confondere le nuvole con fenomeni atmosferici.
Le nuvole sono treni e i desideri binari infiniti e se il biglietto costa una vita intera allora ne vale la pena, sempre, comunque.
Icaro di metallo
Ribaltare, stravolgere la prospettiva e li’ cercare, trovare, capire.
L’ignoranza e’ male, l’ignoranza e’ il grande delitto dell’uomo ma la non conoscenza e’ l’immensa difesa.
Salvezza non nel non sapere ma nel decidere cosa non conoscere, selezionare nozioni ed emozioni, allargare lo spazio senza forarlo, bolle di sapone da preservare senza che attanaglino la gola, senza che lascino senza respiro.
Se ferisce quanto perduto, la via e’ non perdere mai e cosi’ circondarsi di quanto sia sempre con noi, in noi, per noi.
Un sorriso non ricevuto non toglie il respiro, un bacio non avuto non tange il sonno, una carezza non sfiorata non asciuga le lacrime, una parola non sussurrata non toglie un futuro, la pioggia che cade non dice addio.
Everything is temporary anyway
when the streets are wet the colors slip into the sky
but I don’t know that means you and I are
that means you and I…
Inutili sorgenti
Iperventilazione. Ossigeno eccedente che brucia dentro, polmoni prima, lacrime poi.
Ritrovarsi in luoghi che non volevi piu’ vedere e sentire, sedersi stanchi, un po’ increduli, un po’ rabbiosi.
Si arriva sempre soli ma mai per se stessi, si giunge ogni volta stanchi ma mai spezzati.
Il pozzo e’ fondo, il cielo sempre troppo lontano, anche una stella puo’ illuminare come il sole ma l’illusione non dura mai troppo a lungo.
Cosa fare, dove uscire se la trappola sei tu, se non hai altri orrori che te.
Su quella sedia continui ad attendere e il tempo scivola lento ma in fondo e’ l’unico che ascolta, e’ l’unico che risponde.
Passi immobili
Il sole di questa notte bruciava l’asfalto, arrostiva l’aria oramai irrespirabile e onde di calore coprivano lo spazio con fantasmi di mondi solo apparentemente lontani.
Un lupo, un falco e un orso si sono avvicinati per raccontare storie ma non volevo ascoltarli, no non volevo ascoltarli.
Un bambino si e’ nascosto al mio sguardo e piangeva mentre orgoglioso non chiamava aiuto ma lo desiderava tanto.
Ho camminato, non troppo, mai abbastanza.
Ho osservato cosi’ intensamente il terreno sino a dimenticarmi fosse una strada sezionando ogni singola molecola, smarrendo le curve e i rettilinei, ignorando alberi e fossi, cercando via dove gia’ ero.
Poi ombra, poi acqua; non e’ casa ma almeno mi fermo, almeno respiro, almeno vedo un cammino innanzi a me.
Tutto un mondo diverso
L’esistenza, L’essenza della realt
Il nuovo giorno
Certi mostri non si uccidono, li si imprigiona e basta.
Anni per catturare la bestia e poi tenerla li’, nella sua fetida prigione.
Eterna ti scruta, ti guarda, osserva ogni movimento.
Ringhia spesso, tossisce e sputa, morde l’aria e si avventa sulle sbarre con ferocia spaventosa e inaudita ma perlopiu’ giace nella penombra, soffiando piano, con occhi luminosi venati di rosso, socchiusi e crudeli, beffardi persino.
Non ci si libera di certi mostri perche’ fanno parte di te, sono lo scorpione dentro la propria natura e lo sanno, diavolo se lo sanno.
La bestia puo’ attendere una vita intera ma sa che girerai lo sguardo verso di lei, sa che sara’ il tuo ultimo pensiero prima di dormire e il primo al risveglio, sa che la sfiderai ancora in questa insana gara di sopravvivenza alla quale non si sopravvive mai.
La bestia sa che devi liberarla di quando in quando, sa che le aprirai la gabbia e sulla distanza la controllerai, la scruterai e vi girerete attorno in un duello di forze assopite, in uno scontro di forze in equilibrio perche’ se sa di non essere piu’ forte di te allora tornera’ da sola in gabbia e ancora una volta riprenderai il controllo su lei e la vita, ancora una volta ripartirai da questa vittoria per andare avanti ancora un po’, per sentire di nuovo il vento sul volto e per continuare a… per continuare.
Devi considerare la possibilita’ che a Dio tu non piaccia!
Che con ogni probabilita’ lui ti odia!
Non e’ la cosa peggiore della tua vita! Non abbiamo bisogno di lui.
Al diavolo la dannazione e la redenzione! Siamo i figli indesiderati di Dio e cosi’ sia!
Devi avere coscienza, non paura. Coscienza che un giorno tu morirai.
E’ dopo che abbiamo perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa!
Congratulazioni, ora hai fatto un passo verso il fondo.