Sbarramento

Come se nebbia creasse leggenda, mi rendo conto d’interpolare ricordi mancanti con immagini e suoni appartenuti all’idea di cio’ che sarebbe dovuto essere, che forse e’ stato ma senza preciso ricordo.
Del passato ho chiaro retrogusto, a volte quadro generale scomparso in sfumate ombre con strani colori, ecco tanti colori come figure dipinte ma non inchiostrate, ammassi coerenti ma indefiniti, forme fumose da miopia indotte.
Mi e’ difficile dire io c’ero, eppure quell’aria e’ ancora nei polmoni e sospinge parole e pensieri malgrado quelle parole e quei pensieri siano fuori luogo, fuori misura, arcaico che diviene arcano, antico prematuramente preistorico.
Penso sovente a cio’ che ero perche’ specchi riflettenti invadono spazi e volume nei quali transito.
Incapace di distogliere lo sguardo, osservo e a ripetizione le stesse considerazioni ruotano tra fantasia e desiderio di caldo come se davvero vi sia senso, bisogno concreto, assoluta necessita’.
Essere cinico come barriera ma non troppo, come posa nemmeno tanto, convinzione ferma ma non immobile, induzione tra forze interconnesse, difficili da separarsi, impossbili da distinguersi, connubio a tratti vanto, altri sentimento di profonda intesa e realizzazione.
Essere distaccato come prova di forza, come canto notturno, come giovane nome, come variante inesplorata, sfida inutilmente vincente di un’impressione tutta mia, solo mia e non e’ buona sensazione ma nemmeno infausto presagio, semplice discordanza, forse coincidenza, generico accadimento.
Immaginare precipizio aiuta mentre la corsa diviene di giorno in giorno piu’ inutile, devastazione emotiva di necessaria simulazione di vita, somma parabola che suona eterna discesa, poi e’ un momento che passa, un bisogno che resta, un respiro che non cessa.
It’s time to walk again
It’s time to make our way
Through the fountain squares
And the collonades
Your dress is shimmering
Your voice is hiding things
When you say
I’ve hardly changed

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