Misura, come quantificare, come qualificare, come definire, quali processi attuare.
Prima dire cosa, poi come, infine a che serve, a chi serve, dove serve, quando distendere e non arrotolare, arrotondare spigoli e storture.
Un filo ecco di che mi parlano, vedrai, vedrai, accorgersi e’ scoprire, amaro risveglio e non riesco a non considerarlo augurio, sorpreso forse di non sentirmi sorpreso, divertito e non indignato.
Carenza d’attenzione con concentrazione a livelli altissimi, forse troppo se i piedi non toccano il suolo e stranamente fuggire e’ correre verso, avvicinarsi e come fumo oltrepassare ostacoli e parole, deviata concezione di rapporti definiti da secoli, uomini, sangue e logica.
Chi dovrebbe capire non capisce, chi sa non c’e’ mai stato ed e’ un sorriso verso il cielo, occhi serrati al suolo, pugni stretti e doloranti e tremore diffuso, impercettibile scuotimento, soffio di vita potenziale ed inespressa.
Afferro e avvolgo in sacco dorato e laddove il passo si fa gomma e motore, striscia di mondo in movimento, parvenza di evoluzione che e’ statico dimenticarsi, sicuro e’ dimenare, scordare, soffrire.
Egoismo meglio egotismo, ma un cielo stellato puo’ essere insopportabile alla luce del sole, lirica per uno, convinzione contraria e insisto col ritenere misero metro distanza di una vita e se forse piu’ semplice, fantasia e’ guida e veicolo, conducente improbabile, alla mia eta’ ridicolo e impronunciabile sobbalzo, fraseggio inopportuno di altri anni, di certi momenti, oramai dimenticato gaudio.
Eppure e’ di ieri quella fatica, piccolo senso di grottesco, teste cariche di diniego ma non dimentico l’orgoglio, quel sapore salato e il gusto di essere nel giusto, di fare storia, la mia storia, unica storia mai creata.
I never really got there
I just pretended that I had
What’s the point of instruments
Words are a sawed off shotgun