Ricezione allargata

Mi domando a volte quanto sia sensata questa continua ed estenuante ricerca dell’indefinibile.
Potrei dormire, qui, ora e non ritrovare il riposo di ieri smarrito chissa’ quando.
Forse non sono tra i giusti se il sonno a loro appartiene o semplicemente i giusti sono felici interpreti del loro tempo, dei loro bisogni.
Disagio di combattere senza guerra, debolezza del guardare con troppi occhi, toccare con troppe mani, ascoltare quelle frequenze inutili ma uniche, che non aggiungono nulla al messaggio, pura dinamica, tridimensione e spazio.
Chiudo le braccia e mi contraggo per cercarmi, per trovare una consistenza altrimenti perduta nei meandri delle notti agitate e sconvolte.
Potrei forse riposare qui, ripetendo come un mantra che ogni cosa e’ al suo posto, girandola di contrastanti esperienze, colori uniti in grigia sfumatura senza distinzione o separazione delle tinte originali.
E’ che vi sono stili di vita che richiedono altri stili di vita e se la ricerca fosse vana, inutile rincorsa, sicuro il tempo farebbe male e se il tempo e’ nemico e potrebbe esserlo, allora ha piu’ senso rimanere, vale il girarsi lenti verso il dietro di qualcosa, di cio’ che e’ passato.
They will tell you, you can’t sleep alone in a strange place
Then they’ll tell you, you can’t sleep with somebody else
Ah, but sooner or later you sleep in your own space
Either way it’s okay, you wake up with yourself

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