Requiem

Quali sono le nostre dipendenze? Perche’ le abbiamo? Da cosa scaturiscono?
Sono innocue o ci porteranno alla tomba?
E’ solo il bisogno di sentirci dire che andra’ tutto bene o c’e’ dell’altro?

E’ questo che accade quando muoiono i sogni?
Un mondo claustrofobico fatto di luci al neon e sobborghi di periferia?
Menti distrutte e letti scossi dai nostri stessi tremiti?
Bagliori immaginari e frammenti di corpi in sacchi della spazzatura?

Qui il problema non e’ arrendersi alla fine di un sogno per passare ad un altro. Qui si parla della fine del sogno che implica tutti gli altri e senza il quale non esiste piu’ futuro.
Non c’e’ un barlume di speranza, nessuna luce oltre il buio, nessun paradiso oltre l’inferno.
Lo stomaco capisce questo prima delle mente e non ti decidi sul continuare a guardare o chiudere gli occhi ma non ci riesci e lo sai persino quando scrutando nell’abisso, l’abisso comincia a guardare in te.

Non c’e’ soluzione ne’ espiazione. Non c’e’ altro che un buio profondo e hai paura ad alzare lo sguardo perche’ lassu’, si lassu’ c’era una speranza, una salvezza. Per un attimo l’hai sfiorata con le mani e col pensiero ma oramai e’ solo una corda che ti poteva salvare e che hai toccato mentre precipiti in un vuoto senza fine ne’ pace.

Il nulla ha il suono degli archi dei Kronos Quartet ecco qual’e’ la verita’.
La verita’ che non e’ mai assoluta, non e’ mai universale, non e’ infinita.
All’opposto la verita’ ha le dimensioni di una punta di spillo, il colore dell’infinitesimo e il sapore di cibo chiuso in un frigorifero.
La verita’ forse e’ nei sogni dei nostri padri, in un dozzinale abito da sposa, forse in una semplice giornata di sole.
Di certo la verita’ e’ fatta di sogni ma e’ anche fatta dalla loro assenza e il passo tra l’uno e’ l’altro e’ molto, troppo breve.

Si, forse non e’ saggio conoscere suoni, immagini e odori dell’abisso. Forse non e’ bene sapere quando finiscono i sogni.
Forse e’ giusto che la vita rimanga un fluorescente show televisivo.
In fondo un inferno vale l’altro…

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