Realmente vicino

Ho dimenticato il tocco e non intendo ricordarlo.
Perche’ mai dovrei scavare nel fondo della mia vita ed evocare cio’ che non mi interessa piu’ avere?
Ha mai avuto davvero imporortanza?
Ricordo a stento ma credo di si, mi pare di si.
E’ che non ho prove sia vero, che ci sia stato un momento in qulche maniera rilevante e magari e’ solo eco della memoria, alone che deforma e plagia, magari troppi film, troppi libri, troppe realta’ mancate, dimensioni deviate, vite sognate, lampi mai caduti, distorsioni confuse e contorte, indistinguibile bisogno da esaudire con pensieri da evitare e che altro…
Metallo veloce e non mi proietto oltre, almeno sino alla prossima reminescenza, notte di gravita’ accelerata e ore rallentate, crisi passeggere di fastidio non piu’ timore, crisi permanenti come escrescenze di puro male piantate nella carne.
E’ che il calore costa e costa carissimo, prezzo di sacrifici che non oso piu’ affrontare e quando guardo strada vedo
asfalto, osservo albero e legno mi si para innanzi e la ripida discesa delle colline esclusivamente energia cinetica intrappolata millenni fa.
Basterebbe cosi’ poco affinche’ abbia ancora un cammino, un fresco riparo e gioioso declivio in cui immaginavo, si immaginavo di essere un uomo diverso, illusione che per una frazione di secondo e’ stata vita.
I never said you had to offer me a second chance
(I never said you had to)
I never said I was a victim of circumstance
(I never said)
I still belong, don’t get me wrong
And you can speak your mind
But not on my time

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