Quante ingenuita’ rimaste nelle ore, nei giorni, nei gesti quotidiani.
Se puo’ essere sconveniente, inopportuno non so; un po’ resto contento, persino fiero.
E’ l’innocenza lontana che traghetta su lidi consoni ma desolati, veste di nero e ammanta l’oggi di rigida tenuta decadente e impolverata.
Non si inganna la natura, forse si raggira, circuita per un battito di ciglia, restituisce con interessi la menzogna.
Quanto non posso accettare, quanto non voglio capire, rantolo di chi non vuol vedere, scrollata di spalle, lontano a passo lento e dispiace, si dispiace lasciarsi dentro un intero stato d’eventualita’.
Pensandoci bene pero’, e’ l’effetto dell’alone lasciato da cio’ che fu, dal grigio di cio’ che non e’ stato, dalle lacrime smarrite lungo la via e se nulla puo’ restituire il candore di un tempo, che allora sia preghiera, divenga speranza e siano possenti quei passi, magli su tamburi per non smarrire il cammino, non perdere la rotta tracciata troppe volte, non abbandonarsi all’inutile caso.
Attendo un raggio di luce pero’ e quel lampo che conduce dall’interno verso l’esterno, la percezione di un bianco doloroso che vira nell’intorno circostante, acquisizione di definizione e sensibilita’, scoperta, rivelazione, coscienza e infine la quiete di colui che giunge a destinazione e comunque sa di non essere arrivato.
I did not have the time
I did not have the nerve
To ask you how you feel
Is this what you deserve
When it’s all too late
It’s all too late