Congelo il frammento di selce e l’osservo come diamante purissimo.
E’ vaso di cristallo che si ricompone innanzi ai miei occhi perche’ controllo e gestisco cicli, stagioni, emozioni, sensazioni, bisogni.
Il tunnel e’ serpente finito, mutante e sfuggente, senza logica, senza criterio ma lo schema pare ora noto, la matrice definisce ed esplica grondanti significati, sfuggevoli brame, intricate trame, pelle squamosa di alieno esistere.
Referenziare oggetti e strutture ed e’ talmente semplice nella teorica costruzione che il come pare non esistere, non sussitere, non vagabondare per anfratti umidi urlando e battendo i piedi, strillando immonde ed arcane maledizioni che scuotono monti e cieli, sprofondano abissi e distruggono mondi.
Mi ripeto che son mezzi da capire, dominare e il controllo e’ semplice se puo’ bastare il cuore, la passione, l’anima, le ossa.
Poi non basta, non basta quasi mai e vecchi valori che dovrebbero appartenermi spingono forte nei bisogni ma e’ materia e rifuggo cio’ che incorporeo non e’, inseguo l’eterno alternarsi di luci e ombre chiudendo gli occhi e lanciandomi nel vuoto, gettando alle spalle quanto non appartiene.
Binari scomposti, divergenti e diversamente distanti e non e’ semplice seguire, impossibile non cadere e non rimpiangere terra e banale tranquillita’ ma i polmoni respirano aria, gambe nate per volare non accettano, non comprendono, non s’arrendono.
No, io vado avanti…
Yesterday all my troubles seemed so far away
Now it looks as though they’re here to stay
Oh I believe in Yesterday
Suddenly, I’m not half the man I used to be
There’s a shadow hanging over me
Oh Yesterday came suddenly