Un uomo a terra, un uomo cammina, un uomo tocca le stelle.
Distanziati da un singolo infinitesimo punto sono fantasmi sovrapponibili e sorridenti, ognuno una strada, ognuno una missione, ognuno un destino eppure restano indistinguibili, inseparabili, alla mente unico ricordo, confusi, mescolati, perplessita’ e mistero del quale indifferente, ignoro.
Direzioni diverse, mezzi lontanissimi eppure una domanda lega destini talmente divergenti da avere per forza qualcosa in comune, almeno un seme germinato in terreni diversi, con diverse ambizioni.
Domandarsi dove sia la ragione, la direzione, complementarieta’ degli opposti o anni gettati da qualche parte, in discariche emotive, sacchi neri ed ordinati, orrenda fila di cui essere spettatore o artefice, confusione di ruoli e ancora un cerchio che si chiude, spalle che si stringono, mani che proteggono da luce abbagliante.
Intrappolato in quotidiana gabbia di vulcanizzato chiarore, scorgo qualcosa che anomalo cammina, forse scivola nel veloce flusso delle cose, polvere su polvere, asfalto su asfalto, desiderio di camminare contromano, contro flussi, riflussi e doveri, un giorno di violini senza solisti a coprire, a primeggiare, ad isolare un concerto che e’ solo nella mente, nelle notti senza sogni, nelle pagine bianche di libro mai scritto.
Ancora una volta non riesco ad invidiare coprendomi di bigia cenere, come se colore fosse insana corsa, come se strisciare fosse nuvole e mangiare terra, cielo brillante e nel torto ho ragione, nell’errore perseguo universale giustizia, senso di logica vita che trascende mode e periodi e se nell’unico dimora il tutto allora la sola algebra domina l’universo, successione immensa ma non infinita di somme e null’altro perche’ oltre l’unione di unita’ esiste un oceano e in quell’oceano una terra e li’ un luogo in cui le parole finiscono, i pensieri si fermano, il dolore un ricordo, un’impressione.
My life passes before my eyes
And only now I can see…
Obsessive thoughts made me forget
Simple things just like live…