Ma le parole sono cosi’ misteriose?
C’e’ davvero ancora qualcosa da capire?
Forse sono io, io che non trasmetto, non comunico, magari criptico, sempre in gironi poco frequentati, certo inutili, sicuro confusi.
Eppure, ma si eppure ho detto tutto, ho scritto tutto, ho raccontato tutto.
Magari confonde il luogo; lo spazio da’ una tridimensionalita’ non voluta, un volume apparentemente da riempire quando vuole essere solo un passaggio.
E’ che il luogo non e’ neppure importante se non nella misura di diverso, di estraneo, di desueto.
Dove arrivare e’ molto ma il tutto e’ partire, e’ giungere su strade nuove eppure conosciute, in edifici freddi da chiamare casa.
Poi si, certamente, senza dubbio, un laddove giace adorato sul cuscino, nel tepore di un soffio caldo sul viso, in quel bagliore tenue che impedisce alle palpebre chiuse di far sprofondare nell’abisso, ma quel luogo solo similmente esiste perche’ va pensato, deve essere meditato e deciso, creato magari, inventato…
… voluto, si voluto sopra ogni cosa.
Ci sono cose che non puoi capire adesso,
cose veloci che rimuovono il senso del perfetto.
Ci sono cose fatte come miele, madido progresso.
Veloci scendono un respiro e la tua forma di rispetto.
Cose che cambiano tutto.