Petali grigi

Ripenso al Nosferatu di Herzog e lo trovo dolorosamente perfetto.
Si, scorro le immagini e le sovrappongo alle mie erigendo un ponte lontanissimo, da percorrere e scoprire, talmente importante da spaziare nei desideri arditi.
Cercare l’assenza di colore nell’opposto dell’abbondanza e’ un approccio piu’ emotivo che pratico, e’ riprodurre il complesso di suoni, fotografia e scienza di un movimento col singolo scatto.
Come, come, come, qualcuno mi insegni come rendere quadro il Sanctus, elevare a universo l’orrenda e terribile natura, talmente orrenda e terribile da rendersi archetipo di ogni bellezza al divenire.
Wagner, tra i piu’ grandi se stupidi uomini fossero onesti con la ragione, pare nato per quei monti, quelle acque, quei macigni, licheni.
Mai veduta morte piu’ viva, vita piu’ morta.
Nubi e pioggia, sole che e’ luce ma non calore, non colore.
Poi quella terra spazzata dal vento, sabbia dura come tundra destinata a conservare quelle impronte cosi’ come si sedimentano nella memoria dei momenti memorabili, palpito senza tempo come la figura sempre piu’ lontana, come brina tagliente a fil di suolo.
Incantato e stupito ed ammaliato da immagini che il tempo non sa invecchiare anzi rafforza nei giudizi, immortale e grandioso, osservo e ringrazio estasiato, umile, felice del solo esserci e desiderare.
Il tempo e’ un abisso
profondo come lunghe e infinite notti.
I secoli vengono e vanno
non avere la capacita’ di invecchiare e’ terribile…
La morte non e’ il peggio,
ci sono cose molte piu’ orribili della morte.
Riesce a immaginarlo?
Durare attraverso i secoli
sperimentando ogni giorno le stesse futili cose…

Rispondi