Parole che tracciano

Girotondi inconsistenti di confusione improduttiva, voglia di stabile coerenza, ordine mentale e poi parola viene da se’, questa onda, come onda bagna senso di perfezione e si ritrae svelta ed incontentata.
Parole che non sono parole, segmenti, forse anagrammi, segreto di concetto che si ricostituisce molto lentamente, ingenerosamente criptico quando desiderio e’ fermarsi in oasi molle e silenziosa.
Non dovrei essere qui ora e l’unica chiara certezza e’ che non saprei dove essere, cosa fare, quale direzione seguire eppure soluzione perfetta e semplicissima e’ negare qualunque movimento o pensiero, stasi totale perche’ totale ed inerme e’ lo sguardo troppo lento per seguire, volare, posarsi altrove che non sia morbido abbandono o all’opposto gettarmi nel fuoco di batterie che colpiscono come asce di epici guerrieri.
Se solo riuscissi ad essere schiavo del senso estetico che non abbastanza mi domina, se sapessi inginocchiarmi al cospetto del fuoco della passione ma il mio corpo brucia, il mio corpo gela, trascinato, dilaniato, straziato e spezzato non lascio nulla al silenzio e trascino con me demoni e dei, animismo di riflusso che non convince ma sostiene e salva, innocenza di cui dovrei andare fiero, eppure ostacolo, talvolta disagio, timida reazione in luogo selvaggio e crudele, fango e senso di profonda incompletezza, in certi momenti sconfitta.
In giorni come questi vorrei essere seguito, pedinato, sorvegliato, esaudito, percepire una mano che si avvicina per sostenere, bilanciare, si bilanciare ed ordinare giorni accavallati, emozioni sprecate, ore imbizzarrite in balia del tempo che non dovrebbe essere, di un cosmo remoto, di stanco silenzio.
In giorni come questi vorrei non essere guida di me stesso e se non e’ abbandono allora sia forza di gola scoperta e mostrata, occhi chiusi su un mondo da inventare, larghe braccia forti che accolgono, conservano, sorprendono.
I layed down my sleeping head
Time burns away
Let the living creature lie
Midnight visions awfully die

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