Cammino instabile e non vedo fine alla superficie ghiacciata sulla quale mi trovo.
Come bambino scivolo e corro, cado e mi rialzo, un po’ di dolore, tagli qua e la’, molto freddo, molto caldo fintanto che sudo e m’agito e sole pare tramontare nel superbo blu di cielo figliato da malinconico Dio e non so che ore siano, ho perso il tempo, ho perso orientamento, ho perso bisogno di bisogni e non importa fintanto notte lontana, gelo immagine di film e camino acceso, solitudine incubo di bambino che smarrendo la madre comprende essenza del mondo.
Silenzio ed e’ il proprio, respiro disegna arabeschi innanzi e non vola e non precipita e non ha forma ma so a che assomiglia, vento saluta senza farsi sentire e stormi fiabeschi inseguono nuvole troppo stanche per fuggire in un momento epico, nella mistica mai perduta se solo non vi fosse umanita’ destinata a stelle lontane o abissi di terra in fiamme e in fondo che importa, nulla muta davvero se si sa guardare cosmo coi giusti occhi, coi giusti ritmi.
Di questa terra non conosco storia, non vedo altra geografia oltre bianco compatto, aria gelata, inamovibili giorni, stasi di unico ed eterno accordo curvato e ripiegato, talvolta confuso con altri suoni eppure mai smarrito, rimasta guida, bussola di solo nord perche’ unica e’ la meta per quanto celata e mai narrata perche’ e’ esattamente questo il nodo, punto oltre il quale le logiche divengono fili d’oro ben tesi e lucenti, normali giochi di vita, epici cavalieri al fianco quotidiano per non sbagliare, per non smarrirsi, per non sentirsi troppo unici e troppo soli.
Fermarsi, correre a perdifiato, salti d’impronte profonde, occhi chiusi o aperti, illusione, illusioni e non in questa terra senza anima, senza spiritualita’, solo invenzioni, sole inventato, anarchica energia eppure in trappola, eppure debole nell’apparente forza, nella consumata voglia di fuggire, nella preghiera senza incenso, nello sguardo che fatica ad alzarsi, nella mano che non sa accarezzare, non piu’ e tenebra e ombra e ginocchia a terra resto, resto qui perche’ questo e’ inizio del momento, inizio del silenzio.
Loco! Loco! Loco!
Cuando anochezca en tu portena soledad,
por la ribera de tu sabana vendre’
con un poema y un trombon
a desvelarte el corazon.
Come bambino scivolo e corro, cado e mi rialzo, un po’ di dolore, tagli qua e la’, molto freddo, molto caldo fintanto che sudo e m’agito e sole pare tramontare nel superbo blu di cielo figliato da malinconico Dio e non so che ore siano, ho perso il tempo, ho perso orientamento, ho perso bisogno di bisogni e non importa fintanto notte lontana, gelo immagine di film e camino acceso, solitudine incubo di bambino che smarrendo la madre comprende essenza del mondo.
Silenzio ed e’ il proprio, respiro disegna arabeschi innanzi e non vola e non precipita e non ha forma ma so a che assomiglia, vento saluta senza farsi sentire e stormi fiabeschi inseguono nuvole troppo stanche per fuggire in un momento epico, nella mistica mai perduta se solo non vi fosse umanita’ destinata a stelle lontane o abissi di terra in fiamme e in fondo che importa, nulla muta davvero se si sa guardare cosmo coi giusti occhi, coi giusti ritmi.
Di questa terra non conosco storia, non vedo altra geografia oltre bianco compatto, aria gelata, inamovibili giorni, stasi di unico ed eterno accordo curvato e ripiegato, talvolta confuso con altri suoni eppure mai smarrito, rimasta guida, bussola di solo nord perche’ unica e’ la meta per quanto celata e mai narrata perche’ e’ esattamente questo il nodo, punto oltre il quale le logiche divengono fili d’oro ben tesi e lucenti, normali giochi di vita, epici cavalieri al fianco quotidiano per non sbagliare, per non smarrirsi, per non sentirsi troppo unici e troppo soli.
Fermarsi, correre a perdifiato, salti d’impronte profonde, occhi chiusi o aperti, illusione, illusioni e non in questa terra senza anima, senza spiritualita’, solo invenzioni, sole inventato, anarchica energia eppure in trappola, eppure debole nell’apparente forza, nella consumata voglia di fuggire, nella preghiera senza incenso, nello sguardo che fatica ad alzarsi, nella mano che non sa accarezzare, non piu’ e tenebra e ombra e ginocchia a terra resto, resto qui perche’ questo e’ inizio del momento, inizio del silenzio.
Loco! Loco! Loco!
Cuando anochezca en tu portena soledad,
por la ribera de tu sabana vendre’
con un poema y un trombon
a desvelarte el corazon.