Giorni come questi sono lerci sacchetti di plastica su smeraldo prato all’inglese.
In giorni come questi le canzoni non hanno titoli ne’ autori, nessun anno tantomeno storia, solo suoni incontrollabili amalgamati con la storia di qualcuno che non conosco e di cui non ricordo nulla.
In giorni come questi l’aria e’ densa melassa, ti sbatte violentemente sul volto e scivola come viscida lumaca giu’ per i polmoni, lasciando bruciante apnea nel petto, nello stomaco, negli occhi.
In giorni come questi concedi magnanimo indifferenza ed esigi ampi inchini ed onori perche’ in giorni come questi la gente, gli animali, gli oggetti, tutto lo stramaledetto pianeta ti deve qualcosa.
In giorni come questi sei solo perche’ li’, li’ fuori ci sono strade che non conosci, alberi minacciosi attorno sentieri aridi e polverosi, estranei con niente da condividere e la poca luce crea sinistre ombre allungate che si protendono sulla pelle bruciandola come acido.
In giorni come questi il cibo e’ un dovere, materia da inglobare come ameba ottusa, il gusto e’ un lusso lontano nemmeno desiderato, un poco sperato forse, in fondo un optional e certo unico perche’ il cibo del passato non e’ piu’ neanche ricordo, tantomeno piacere.
In giorni come questi non so perche’ scrivo o forse faccio solo finta di non saperlo per ignorare nei giorni come questi come mi sento dentro, per non pensare che vi saranno altri giorni come questi e nei giorni come questi chissa’ che non aiuti ricordarmi che gia’ l’ho vissuto, che gia’ ne sono uscito, che giorni come questi non durano per sempre…