Giuro, volevo raccontare con lunghe iperboli lisce e lucenti.
Volevo inventare parafrasi innovative e degne di carta stampata, volevo fotografare l’animo umano con figurazioni originali ed innovative, ellissi sottintese ma grandiose nel rivelare cio’ che e’ nascosto per essere rivelato.
Volevo, si volevo, giuro che volevo e da ore ci pensavo e mi aiutava farlo perche’ la rabbia, quella vera, quella che ti cresce dentro come gas mefitico e incandescente, aveva sfogo e controllo, almeno in parte, solo cosi’.
La rabbia espande la materia, la realta’, lasciando aria, lasciando vuoto e lacrime secche e… fa male, cosi’ male.
Infiniti veli solo per attutire giuro poi…
…poi chi se ne frega.
Davvero, chi se ne frega di iperboli, ellissi e veli.
Chi se ne frega di raccontarsi, di spiegarsi, di citarsi.
Chi se ne frega, tanto alla fine torno sempre qui e il mondo gira comunque, la musica gira comunque, quel cane idiota la’ in fondo abbaia comunque e niente, niente, niente cambia mai comprese queste mura, questi vetri, l’algido suono del silenzio e la rabbia, la mia, sempre quella, solo quella.
Words like violence
Break the silence
Come crashing in
into my little world
Painful to me
Pierce right through me
Can’t you understand
Oh my little girl