No non va tutto bene, non va mai tutto bene, forse non lo merito neppure.
Campanellini nell’aria, soavi voci riempiono il campo sonoro e non vedo piu’ bene, non muovo il corpo, a stento le dita scivolano automatiche ed e’ cristallo che si ricompone dall’urto che sara’.
Rifletto su come questo istante sintomatico dell’essere, ronzio su melodia, disturbo accettato ed accettabile.
Incapace di dirmi che non e’ normale e non importa se cosi’ deve essere.
Urlare non ci sto, e’ inutile perche’ sarebbero urla a uno specchio ed inutile piangere sul raccolto dopo il seminato.
Accorgersi dell’abisso e non evitarlo, non importa del resto, cosi’ il dado fu tratto e io risi quel giorno.
Quanto resta non lo so, chi lo sa, ma puo’ andare cosi’ sino ad allora?
Puo’ essere un si, potrebbe bastare il si.
Diviso ancora mi ripeto che buio e luce non competono, non differiscono, non divergono, si riflettono e si identificano negli opposti, negli antagonismi compenetrano, nelle tinte si mescolano e cio’ che rimane e’ quanto e’, quanto sara’.
Un po’ come questi suoni hanno gettato fondamenta e sono fondamenta solide, che lo sia anche il nulla, il bisogno, il desiderio, la stanchezza e un pensiero che riposa li’ ora, da sempre.
So ya
Thought ya
Might like to go to the show.
To feel the warm thrill of confusion
That space cadet glow.
Tell me is something eluding you, sunshine?
Is this not what you expected to see?
If you wanna find out what’s behind these cold eyes
You’ll just have to claw your way through this disguise.