M: Vedo che stai uscendo…
S: Si vado, vado in citta’, poi non so, non ho deciso. E’ da tanto che voglio andarci ma tu odi la citta’ e questo mi rattrista. Ricordo che un tempo venivi sempre con me e qualche volta si riusciva persino a divertirsi. C’era quel negozio con la vetrina che brillava come una grande casa felice, ricordi? No, non ricordi. Tu non ami piu’ andare in citta’, forse non l’hai mai amata davvero. Magari lo facevi solo per farmi contenta, ma erano altri tempi, ero giovane allora e non ci facevo caso, ma facevo caso alle vetrine, alle luci, luci di citta’, luci di case felici.
M: Non e’ vero, mi piaceva veramente la citta’, mi piace anche ora ma mi sento stanco e non ho voglia di uscire.
S: Non c’e’ bisogno, vado io, vado sola. Da bambina odiavo quelle tediose passeggiate in pieno centro con mia madre, lo ricordo ancora. Te la ricordi mia madre? Quanto le piaceva girare il centro, in lungo e in largo ma lei amava i vestiti non le luci. Io le luci e lei i vestiti, forse e’ per questo che non andavo volentieri con lei, no non andavo volentieri. Poi ha cominciato a piacermi, prima da sola, poi con te ma erano altri tempi. Hai presente quella commessa nel negozio di gelati? Che faccia buffa aveva, buffa e grassa ma era buffa proprio perche’ grassa, grassa e tonda, grassa, tonda e paonazza.
M: Si, la ricordo…
S: Pero’ a modo suo era bella, grassa ma bella. Anche la dirimpettaia di mia madre ha quella faccia, grassa, tonda e paonazza. Forse non e’ bella ma va daccordo con mia madre anche se non credo siano mai andate insieme a passeggiare in centro e se l’hanno fatto io non c’ero gia’ piu’. E’ da tanto che non sento mia madre. Credi dovrei chiamarla? E se poi mi chiede di andare in centro? Oddio spero di no, spero proprio di no. Non e’ che verresti tu con me? Almeno avrei una scusa per dirle di no. Accidenti che complicazioni per un giretto innocente, tanto per fare, cosi’ per non stare continuamente qui ad annoiarsi. Ho voglia di luci, di case e anche di un gelato. Ti andrebbe un gelato?
M: No grazie ma tu vai e se proprio vuoi di’ a tua madre che vengo con te, cosi’ non ti assilla.
S: Non voglio mentirle, non le telefono ma non voglio mentirle. Sto qui, qui a casa con te. Va bene?
M: Certo, va bene.
S: Va bene…