Questa e’ per te che non esisti, che non ti conosco, che non ci sei mai stato.
Forse qualcuno sapeva di te senza vederti, forse ti hanno persino parlato ma nessuno, di certo nessuno ti ha scritto come sto facendo io ora.
E’ una sensazione strana, in fondo sei piu’ concetto che materia eppure c’e’ qualcosa che ti fa sentire a me vicino, quasi amico, cameratismo forse ma con la straordinaria coincidenza di spiccata affinita’.
Poi lo so, e’ la potenzialita’ degli eventi che ci lega, e’ cio’ che non e’ stato ad avvicinarci, quello che non e’ avvenuto un connubio potente.
Entrambi non apparteniamo a questo continuum, entrambi abbiamo tempi e luoghi differenti da questo piano di realta’, cernita tra infiniti di infiniti ma non qui, non ora e forse la catena che ci unisce e’ meno labile di quanto appare.
In fondo che significa non essere quando tutto il concepibile e’ solo da concepire affinche’ si compia e per le stesse ragioni essere e’ solo una sfumatura cognitiva e percettiva, limitata analisi locale e non globale, lacrime destinate ad asciugarsi, incubi da cacciare al primo sole, ombre che si affievoliscono col tempo.
Potrei dire che mi dispiace tu non ci sia, ma sorrido pensando che starai dicendo la stessa cosa di me in un gioco di specchi senza fine perche’ mai iniziato.
Invero non avrei neppure diritto di pensarle queste cose ma in fondo che ho da perdere, tu cosa hai da perdere.
Questo e’ un incontro unico e irripetibile; mi scordero’ di te e persino rileggendo, ammesso che lo faccia, tra anni o forse mesi non sapro’ piu’ chi sei, ma ora sono qui, qui con te e come eventi improbabili ci incrociamo e ce ne andiamo ognuno per la propria strada.
Vorrei lasciarti qualcosa di mio ma non ho nulla degno di te da donarti, quindi spero che le mie scuse, un ciao e un buona fortuna ti accompagnino sempre.