La strada che dovremmo essere

Colline sfumate in foschia notturna come highway fusa al sole del deserto?
Quando sai perche’ sei partito si, quando sai che in un modo o in un altro bisogna arrivare si, quando una volta tanto conta il presente si, mentre e’ la strada che ti viene incontro si, con Van Morrison si.
Ancora una volta scoprire che i sensi non contano, non servono; meri attrezzi subordinati al cosmo interiore, percezioni come interpolazione di una realta’ sotteranea solo similmente reale.
Simulacro imperfetto, riproduzione viziata, foresta di plastica, verosimile fatto materia.
Ancora una volta fermare i pensieri e tornare ad un equilibrio piu’ naturale, piu’ sensato, piu’ ambito.
No, non c’e’ domani se il futuro non appartiene, non c’e’ passato se non e’ il proprio e il calore diviene musica lontana, pagine stampate, penombra di lampada alogena, divano con ancora il suo profumo e audio al minimo di televisore.
Ancora una volta la strada e’ dentro ma anche il panorama attorno lo e’, quindi fermarsi e’ contemplazione, e’ bisogno dovuto, e’ meritato sospiro.
If I ventured in the slipstream
Between the viaducts of your dream
Where immobile steel rims crack
And the ditch in the back roads stop
Could you find me?
Would you kiss-a my eyes?
To lay me down
In silence easy
To be born again
To be born again

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