Un tempo ero piu’ diplomatico.
Non e’ vero neppure questo, forse un tempo ero meno compresso e meglio dosavo le emotivita’ negative per rilasciarle con grado e moderazione.
Oggi comprimo, oggi conservo, sfogo quando e come posso e altresi’ sbotto pericolosamente.
Talvolta mi ammanto di finta comprensione, falsa sopportazione che inevitabilmente sfocia in ingiustificata escandescenza.
Strana dote la diplomazia, certo ci si nasce, forse la si impara, sicuro la si perde.
Da giovani forse e’ difficile coltivarla nell’irruenza ormonale ed emozionale, oggi c’e’ ancora troppa corsa nelle gambe per rallentare e mediare, troppo sangue nelle vene che scorre impetuoso con la forza di colui che ha sempre meno da perdere e tutto da guadagnare.
Invero me ne frego della diplomazia ed e’ missione averne sempre meno bisogno.
E’ guerra alle metafore, ai giri di parole, ai sotterfugi, agli eufemismi; brutalmente sincero ricerco chi comprenda, chi arrivi a disprezzarmi dandomi pero’ credito di coerenza ed onesta’.
Posso permettermi di sfidare il mondo e le persone che ci sono dentro?
No, no di certo e saro’ perdente per averci provato, ma se avro’ l’onore delle armi seppure inutile, sara’ vittoria.
Andare a piedi fino a dove non senti dolore
solo per capire se sai ancora camminare.
Il mondo