Le forze mi abbandonano ed e’ energia che come acqua lenta defluisce seguendo percorsi tracciati da cicatrici e gravita’, silente saluto, amichevole lasciarsi mentre mani si muovono lente, sempre piu’ lente, occhi dominati da fissita’ e opaco divenire di sguardo e movimenti.
Non si crea l’energia, non si distrugge l’energia, muta semmai in pioggia, in onde del mare nascoste dalla notte, in ingranaggi ben oliati che con un soffio ribaltano la realta’, disegnano spazi in nuovi territori questi si’ sconfinati e meravigliosi.
Ogni giorno e’ un piccolo viaggio, partenze lenta, sempre piu’ lenta poi sommita’ di parabola, cima dalla quale osservare e stupirsi di verita’ elementari e stupefacenti, discesa alfine ma non importa, troppo veloce, troppo ripido, sfumato paesaggio, incomprensibile panorama, interpolata destinazione, semplice arrivo.
Questa e’ potenza che regalo al mondo, batteria e carica perche’ so sedimentarsi, raccogliersi in grandi bacini luminosi, nucleo plasmatico che ruota ed equilibra cio’ che vive ed incanta.
Impercettibili movimenti di gambe che domandano quieto fermarsi, fine dell’umiliante trascinarsi ma c’e’ ancora un po’ di strada da percorrere e giungere laddove fiume luminoso sfocia ed immergersi e’ sogno ultimo o forse primo nel lineare partire senza giungere, nel giungere senza ben conoscere quando si e’ partiti, quanto camminare sia funzione della meta o dell’avvio ma e’ il tempo ha direzione solo per coloro che non ricordano, che non sognano, che non hanno meta e desiderio.
E’ tardi per cio’ che e’ stato, ma per quanto accadra’ ho fogli bianchi a non finire, atomi polarizzati, penne biro mai usate e quella cima, quella cima dalla quale donare la mia discesa, la mia corsa, la mia essenza.
Now I’m a target, I’m hot and frozen,
stormy rain I’m stuck in an elevator
wet from the muddy water,
breathing hot air, winds convey me…