Ho cercato nella memoria i volti della mia vita.
Ho lasciato che immagini divenissero filmati, non piu’ statiche foto bensi’ sequenze tridimensionali, tutti i sensi, in ogni senso interessato ed usato, delicatamente sfruttato e coinvolto.
Curioso processo di raffinazione, sublimazione forse, come estrazione d’essenza e ricostruzione in tempio venerando, imperitura memoria di se’ passando per altrui immagini e forme e gesti.
Segmenti temporali rubati, loop esistenziale che incatena eppure libera sensazioni ed emozioni di un tempo passato, sempre remoto, sempre distante, malinconicamente presente, vicino nei sentimenti.
Quando parte la sequenza, mentre ci si immerge placidi nel tepore di cio’ che e’ stato e’ tenero abbraccio, nostalgia coscientemente idealizzata e coltivata in luce diffusa, girandola colorata per immagini patinate e dolcissime.
Un po’ di bugie, angoli troppo smussati non nel momento ma nel concetto, se e’ stato allora puo’ ancora essere e qui la menzogna diviene tenera illusione.
Forse e’ aggrapparsi a problemi risolti, tranquillita’ del passato allo zenit, scrematura senza compromessi nel suo meglio al meglio, massimo idealmente raggiunto.
Strano sovente il criterio, giochi dell’Io in precisa scelta di inesplicabili principi sempre corretti pero’, sempre giusti, sinceri soprattutto, curiosi, misteriosi magari e inaspettati.
Bello rimane il navigare nelle proprie acque come fossero altrui luoghi e in essi farsi condurre in un gioco antico e vedere quando vedere e’ vivere, conferma di essere.
I’ve been here before
There is not why, no need to try
I thought you had it all
I’m calling you, I’m calling you
I ask for more and more
How can I be sure