Incrocio di stili

Essenzialita’ di una consapevolezza ma desiderio di discorrere, raccontarsi addosso in fondo ma va bene, che importa del resto se non si parla e tantomeno si ascolta, se la notte e’ una nota sospesa su un sassofono narrante laghi gelidi e riflessi meravigliosi, cielo, acqua, alberi, tutt’uno col freddo sole e non c’e’ poesia, no nessuna forma letteraria nella contemplazione dell’assenza di vita laddove vita e’ inutile all’economia di luogo, di sentimento, di essere e resistere, forse solo trovarsi, magari attendendo nel freddo di ombra eterna sapendo pero’ che luce non puo’ essere, non sempre puo’ essere, facilmente e’ illusione di statico movimento, di moto a luogo immaginario, fittizio avvenire in eterno presente incomprensibilmente dilatato e stravolto.
Ascoltare e si’ non comprendere, silenzio di un gesto quotidiano, banale in fondo, sostanza di poca forma, leggero fruscio di gas e metallo ed incredibilmente piu’ nessun mistero, ordinato e funzionale assenso, tutto normale insomma, tutto regolare infine perche’ a ben pensare solo una e’ la danza, sapore sudamericano, passi svelti, ampi sorrisi, gesti plateali, molto sudore, piacere di appartenere ad unico movimento che inevitabilmente finisce negli ultimi raggi di sole al tramonto, nelle torce che smettendo di definire e inventano suggestioni, evocano sospiri, raccontano di giorni finiti, di donne brillanti nell’oscuro lenzuolo del ricordo, di fantasie confuse cresciute e coccolate nell’abbraccio di fluorescente tubo catodico, di un giorno in piu’ che potrebbe essere quello giusto, quello non ancora ingrigito da polvere ed incuria.
Esiste perimetro ma non confine, muro ma non barriera e ogni carta e’ scoperta su tavolo senza giocatori, senza spettatori, solo fumo che sale da posaceneri esausti, spesse tende per racchiudere un mondo oltre la vita, oltre la ragione, oltre mani frementi eppure sempre meno inquiete, rassegnate dita eppure ancora forti, capaci di piegare, di piegarsi, di suggerire carezze intrappolate, dolcezze assopite, corde pizzicate, lampi gia’ passati, tuoni dimenticati.
And what will happen in the morning when the world it gets
so crowded that you can’t look out the window in the morning?
And what will happen in the evening in the forest with the weasel
with the teeth that bite so sharp when you’re not looking in the evening?

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