Non focalizzo e disperdo energie.
Dipendera’ dagli Ash Ra Tempel che spingono in avanti e ritrovate poesie in musica di Fiumani che travolgono indietro ma sono un uomo senza tempo, lacerato tra pensieri inconcludenti e sublime inarrivabile.
Non riesco a concentrarmi e ho curiosi desideri di foto tra archeologia industriale, di palazzi in vetro, legno e acciaio, forse di quegli spazi in carta patinata su riviste del settore.
La contraddizione e’ solo apparente se solo ricordo la voglia, la fame di futuro che ho da sempre e l’architettura avvolge e avvolgeva le storie come lucente carta da pacco; nessuna sostanza, solo speranza di un desiderio.
Risuonano le voci di un passato futuro o di un futuro anteriore, chissa’.
Voci cosmiche e mille luci al di la’ del soffitto bianco, allineamento astrale come millenni fa e come i millenni che saranno.
Il ciclo si ripete ma non si esaurisce, spirale a chiudere vede cio’ che e’ stato senza ripercorrere ma solo ricordando impara crescendo in rimbalzo esistenziale.
Il movimento e’ inerziale, definitivo, inviolabile e non oppongo resistenza, cavalco l’impossibilita’ di pensare lucidamente e ne faccio destriero leggendario, felice persino del controllo perduto e dei pensieri che, sempre troppo poco, non mi appartengono.
Il tempo che splende e ci insegue ancora
e queste voci che consumano in fretta la mia vita
mi lasciano solo al centro
fra un passato che non conosco piu’
un passato che rivive in ogni istante
e il futuro che si nasconde di fronte a me… a me…
a me..