Intrappolato come libro impolverato mai letto e tanti sono i libri che giacciono supini ed inutili e qualcosa non funziona se sapere e’ superfluo, innocente desiderio che mai si realizzera’ e guai lo facesse.
Ancora sfioro copertina di fogli bianchissimi e preziosi e seppur poco e’ passato gia’ reminescenza, annovero nell’importanza della vita, sovente avara ma ampie bracciate nobilitano e tenere stringono.
Blu profondo e nuvole forti di vento e onde ed e’ perfetto, tutto perfetto, irripetibile e non importa in quale scala classificata, in quale ordine riposto perche’ ricordo, conservo, pontifico nelle notti piu’ complicate.
Regalo importante, l’unico che abbia permesso e cosi’ doveva essere per stringere a me ancora piu’ forte e teneramente ed e’ giocattolo sorprendente, inaspettato e voluto senza conoscere a fondo motivo e ragione.
Esiste un’epica che non comprendo, mitologia tutta da creare ed inventare di base incomprensibile ma riconoscibile nei filamentosi sviluppi, facile nel mezzo, ignoto nel fine, semplice nell’uso.
Io so cosa fare e c’e’ persino reverenziale timore nell’iniziare perche’ quel bianco e’ cosi’ puro, liscio, candore immeritato per parole che non meritano, concetti innocenti e veri, dolorosamente veri, a loro volta puri ma di colore troppo vivido, tinte forzate quando serve pastello di serena concezione.
Spaventa irruente scrittura, forse ingiustificata delicatezza ma c’e’ del sacro, venerazione di un momento cosi’ ambito e legittimo voler preservare, allungare nei ricordi e nel cuore la presenza di cio’ che in fondo piu’ desidero.
Non importa se anche questa volta ho mancato l’istante perche’ ho strappato un lembo di seta profumata prima che sfuggisse dalla vista e manca solo il convincersi che non e’ sporcare, non e’ imbrattare, solo riempire, forse completare, magari lasciare per non essere dimenticati.