Ho frugato tra le altrui vite, insinuato come fredda ombra tra le trame di un piccolo e grande ricordo, ingombrante ma non invadente ho voluto guardare dentro, dentro il profondo quasi dimenticato.
Annoiato e poco sorpreso, forse un poco ma niente varia nella sostanza e non dovrebbe spiazzarmi ne’ allontanare da quanto m’aspettassi.
Quindi e’ forse questo l’eden promesso?
Il grande inganno ci ha forse divorati e digeriti e cio’ che resta sono piccole e inutili briciole?
Potevo sapere e gia’ sapevo, moltitudini conoscono e milioni d’altre conosceranno come infinite gia’ hanno saputo ed e’ piu’ sensazione, indotta sorpresa per apparire piu’ innocenti che stupidi, baratto di stupore con incoscienza e malgrado tutto, il cambio puo’ essere favorevole.
Perche’ ragionare su semplice banalita’ quindi, privilegio o condanna di un luogo che assomiglia a nulla e che nulla spartisce con ricordi fatti carne di altra realta’ appartenente.
E’ forse il confronto cio’ che cerco, piu’ facilmente conferma e nessuno osi vedere insicurezza quando algebra del tempo che passa richiede, esige riscontri e somme, totali e parziali e solo arroganza arrocca su certezze inesistenti.
Poi le somme sono giochi piccini, labili desideri o incubi, fluttuanti energie impossibili da cogliere, solo distribuire tra urla e silenzi, compensione e disagio, figlie del giorno diverso da quell’altro, sensazione intangibile che solo talvolta diviene volonta’, sovente disillusa.
Nessun risultato infine, pregevole diversita’ magari e di questi tempi e’ gia’ vanto ma senza conoscere reciproci giardini cio’ che resta e’ ipotesi col mio solo vantaggio di una scelta che non possiedo ma che posso ancora vantare.
And it’s a strange thing
Cause now it don’t really matter
More of the same thing
Don’t even hurt, it’s a part of the pattern
Until I’m through with this blue situation
Pass me the wine, it’s just a minor variation