Fiume che divide la pianura

Credo di aver fatto tutto cio’ che potevo, in ogni senso, in ogni occasione, in ogni giorno di questa settimana.
Questa canzone e’ forse un premio, potrebbe esserlo sul serio…
La coscienza, la coscienza, lei e’ a posto ma sono io a non essere convinto, non completamente e forse paranoia imperante, insoddisfazione persistente, status di negazione a non darmi piena ragione.
Sono io, sempre io a crogiolarmi nei guai, sempre sul filo imprecando e maledicendo ma morbidi letti non fanno per me, teneri giacigli tombe sepolte nel centro della terra.
Ricordo, stendo sul panno le giornate scorse e non mi sottraggo al compiacimento seppur coperto da negative occasioni, leggere increspature sufficienti a deformare realta’ e pensieri, destabilizzare equilibri ad ogni costo ed inficiare risultati.
Controllo, controllo… Il controllo e’ una grancassa che pilota il ritmo che regge la struttura armonica, basilari da fare propri e stringere minuti dei giorni passati uno a uno tra le mani.
Niente deve cadere e compattare e’ necessita’ per ripulire la mente come in antico rito marziale e se elimino tutto, se raccolgo l’intero per espandermi in struttura organizzata e neutra allora trovo ritmi vigorosi e quella scintilla liquida che partendo dalla base del collo infiamma vene e muscoli e ora, ora che non sono li’, ora che il vissuto e’ solo prosa, mi manca e ne ho bisogno forse perche’ mi ritrovo, mi ascolto, mi riconosco e nell’urlo del sangue estinguo ogni debito verso tutti questi anni, tutte queste notti, tutto cio’ che non ha confine dovendolo avere, cio’ che giace esanime ed e’ ossigeno, nutrimento, speranza…
Livin’ on a razor’s edge
Sharper than a knife
Surrender to the power of wedge
Keep running for your life
You don’t need no periscope
You won’t need second sight
It’ll come at you so fast my friend
It’s thank you and goodnight

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