Facilmente e’ cristallo

E’ da stamattina che mi nutro di cielo e vento.
Ho guidato piano, ho guardato molto, ho riflettuto poco.
Sono arrivato laggiu’ ed era molto che non andavo ma ho ricordato che la volta precedente c’era un cielo cosi’.
Si, ultima volta di oceano blu immobile ed incantevole, aria fresca, frizzante movimento d’energia, energia che circondava fabbriche e persone.
Aerei vicini e rombo possente, maestoso per ricordare che c’e’ un mondo li’ fuori che pulsa veloce, rotea e non si placa mai, vive come unico organismo.
Nuove frequenze in quella luce e dove mi giravo luccicava qualcosa, fremeva qualcosa e quel qualcosa mi rendeva felice eppure estraneo a quella felicita’.
Avevo un peso nell’anima quel giorno e non ricordo neppure il perche’ ma so che mi fermai in quello spiazzo, tra decine di auto mi fermai senza reagire, telefonai a chi pote’ solo dirmi che sarebbe passato presto.
Passo’ tutto, passa sempre del resto ma stamane un pezzo di quella tristezza ha viaggiato col vento, vagato anni in attesa di ritrovarmi li’ e in fondo, non mi e’ neppure dispiaciuto riunirmi con le stesse emozioni perche’ ho bisogno di sentire, di annullarmi anche in atri smaltati, in portoni arrugginiti, in un senso d’appartenenza che invero non sento mio ma al quale vorrei credere.
Ho vissuto ogni momento a mia disposizione a nutrirmi di cielo e vento e ora mi sento stanco, mi senti stanco ma sono qui, racconto, mi racconto e qualcosa rimane, qualcosa riempie e se il vuoto non ha fine, almeno qualche angolo e’ meno spoglio di prima.
I used to think that the day would never come
I’d see delight in the shade of the morning sun
My morning sun is the drug that brings me near
To the childhood I lost, replaced by fear
I used to think that the day would never come
That my life would depend on the morning sun…

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