Il polso ha iniziato a tenere il tempo di ritmi normalmente insostenibili e indomite sincopatie gestite come mai prima e con disarmante semplicita’.
Forse la pioggia toglie polvere su superfici abbandonate a se’ stesse o solo quel poco di lucidita’ dalla troppo assente tranquillita’, mente sgombera e pura passione nei gesti, nei pensieri.
Si, pensieri, anche pensieri liberi e veloci, tuffo in mondo frattale perfettamente definito, matematicamente coerente e inscrivibile eppure misterioso ed affascinante, infiniti antri da esplorare con altri e sempre nuovi universi in essi racchiusi e da scoprire a loro volta.
Giocattolo mio e solo mio, forse solo bella sensazione ma a volte serve, a volte ce n’e’ bisogno.
In fondo al cuore la consapevolezza che e’ stanza d’albergo e non casa, film stupendo in sala di borgata, sinfonia dentro radiolina, ma e’ farsi maestro di minuscoli luoghi che da’ saggezza, e’ la piccola roccia in cima al mondo sulla quale sedersi che rende dominatori di quanto giace laggiu’, per quanto lontano, per quanto profondo.