Fabbricato Terminale

Mio Dio quanti anni sono passati da quelle canzoni…
Quanti anni eppure non mi sento ancora pronto a scriverne, non lo sono oggi e non lo saro’ mai temo.
E’ che quelle canzoni sono una cosa e una cosa sola e non ce ne sono altre, non ne esisteranno mai altre, non cosi’ almeno.
Non e’ nostalgia, niente di cosi’ piccolo e gretto, non ci sono immagini ne’ volti, luoghi o situazioni, solo emozioni e vita vissuta.
Dentro a queste canzoni sono solo circondato dall’eco del cuore che batte forte, dolorosamente vivo, felicemente vivo, straordinariamente vivo.
Poi la vita e’ una puttana a farmele ascoltare proprio oggi e guardo li’ fuori e rido accidenti…
C’e’ davvero qualcosa anche se non so bene cosa sia e cosa pensa, pero’ c’e’, c’e’ davvero.
Mi accorgo che cedo e tento di lasciarmi scappare tra le mani un po’ di polvere, qualche lacrima mai troppo asciutta, mobili, pareti, finestre, televisori, promesse.
Io potevo essere altro…
Sono terrorizzato solo a concepire un pensiero cosi’ grande, sterminato infinito in infinito in infinito, precipizio a cui non oso avvicinarmi.
Poi mi vanto, mi inneggio e glorifico forza e volonta’ quando ancora fuggo, nascondo la realta’ dietro il dito di cio’ che e’ stato.
So, so, so che li’, proprio li’ potrei ritrovarmi, in quel luogo ho smarrito cio’ che sono e la felicita’ e’ rimasta indietro a cercarmi eppure no, che ogni verita’ rimanga seppellita li’ in fondo, in quella stanza lontana, cammino polveroso verso preziosi dietro quella porta ma che li’ rimangano, che li’ soffochino tra il silenzio e il buio, tanto l’oro non risplende senza luce.
Fuori quella stanza ho iniziato ad essere solo e fuori rimango, che nessuno si avvicini, che nessuno mi tocchi, non si pensi di parlarmi o consolarmi, la vita e’ una sola per fortuna…
E’ che le nostre parole non sanno pi

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