In certi periodi, in certi giorni, il tempo si piega e forma onde sovrapposte, identiche nel flusso e nella sostanza.
Piccole differenze, minuscole difformita’ che non servono, non contano, sbavature che accentuano senza sminuire, immagini sfalsate dalle giuste forme e contorni multicolori.
Viali alberati che percorro sempre piu’ velocemente e risplendono nell’aria fresca, nelle nuvole bianchissime e ora posso guardarle, gustarle persino.
Ci sono stati giorni di rabbia, corpo che esplode e mente confusa, pensieri sbandati da controllare, da frenare, da amministrare.
L’estate fu pregna di emozioni, troppe emozioni, troppi accadimenti da gestire e non so, non so davvero come feci, dove trovai la forza di resistere, di controllare, di controllarmi.
Quegli alberi stanno sempre li’, osservano e chissa’ se tra i rami e’ rimasta un po’ di confusione e rabbia, ondeggiare di foglie e destini come se nulla e tutto raccolti in abbraccio raccontassero storia fantastica, lontana e vicinissima, vita senza fantasie, fantasia fatta vita.
Poi merito l’oggi anche se l’oggi non merita me, battaglia per prendere cosi’ poco ma anche questo e’ privilegio di chi osa, di chi vince combattendo rischiando tutto.
Tutto o troppo e non e’ punto di vista, ancora il sangue ribolle, il sangue brucia come lava nelle vene e ancora c’e’ qualcosa che urla ed ha paura, cicatrici infiammate che e’ bene ignorare, non guardare, non ascoltare, mai dimenticare pero’, mai…
Il profumo dei tuoi capelli rende primavera
quest’inverno le foglie non cadranno
e tu non sarai sola
per cercare te stessa tra
le note di una viola.