Dolce ora

C’e’ chi narra che il vento porti con se’ profumi di terre lontane, sapori di inesplorate colline, foglie e polvere di racconti in lingue sconosciute ma a questo non credo se aria veloce strappa dalla mente pensieri e voglie.
Lassu’, sospeso tra quotidiano e intimo sospiro odo fruscio di civilta’, m’illumino di sereno familiare, latrati astiosi testimoni di antichi riti sono punti scuri su tela immacolata, intervalli di caos nella perfezione di racconto antico quanto l’uomo, necessari riferimenti per distinguere silenzio da paura.
Percio’ silenzio e’ acqua fondamentale per vivere, quando troppa uccide soffocando nell’istante impalpabile in cui ci si sente invincibili ed immortali e si, con silenzio c’e’ solitudine sua compagna, regina indiscussa di danze e canzoni, parole ed immagini, prostituta ammaliatrice che da’ chiedendo sempre qualcosa in cambio, pagamento di tempo ed illusioni, unica moneta che accetta e vuole.
E’ che non mi fermo mai abbastanza, non ascolto mai abbastanza, non respiro mai abbastanza ed e’ giusta condanna della perduta anima che faticosamente cucio attorno ad ossa e stomaco, baluardo patetico ma necessario a difendere battito di palpebre tra digrignati ghigni e pugni chiusi.
In fondo so essere musica che comprendo, ma e’ sinfonia che richiede sforzo e dedizione di giorni passati, sacrificio di ricordi in qualche modo da affrontare, bambino con vele di plastica, ragazzo troppo veloce perche’ aria lo sfiori, dolore troppo profondo per elevarsi dal terreno, poco tempo per divernire adulto freddo e saccente, padrone di anime e movimenti, signore del terrore e della notte.
Non fuga ma carezza, tragitto breve ma necessario tra un dentro e l’altro, dispensa di minuscoli miracoli sorretti da illuse dolci speranze, conquista che posso accettare, corona che sorregge e non schiaccia, dono del tramonto in giorni troppo avari e silenti.
My blood’s sweet for pain
The wind and the rain bring back
words of a song
And they say wave goodbye
Wave goodbye

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