Testardo ed arrabbiato, refrattario al buon senso e conoscere aggrava, sincretica percezione quando sarebbe cosi’ semplice, maledettamente semplice.
La chiamo autodistruzione, accezione debole ma reale a partire dall’inutile presa di coscienza che non conduce a nulla, nulla di significativo, nulla che davvero cambi qualcosa.
La chiamo volonta’, mancanza d’essa, comodo rifugio perche’ comoda la vita e’ nella tana dei propri umori e ricevere e’ pagamento dovuto e meritato.
La chiamo rabbia, rabbia inutile in inutile bersaglio, frustrazione che fugge con ogni mezzo, questo incluso, mefitico sfogo maldirezionato eppure necessario, prezzo che non serve pagare ma meglio dell’immobilita’ assoluta.
La chiamo stanchezza, conseguenza di spirali e vortici e capitomboli e sorrisi smaglianti e menzogne su quanto non s’e’ mai capito, mai accettato, mai desiderato, trappola nota ma una scodella non avvelenata e’ gia’ vittoria e guadagno.
La chiamo incomunicabilita’, maledizione di parole su strade sbagliate, groviglio di pensieri ed emozioni che non si sbroglia nella matassa di frasi sensate, paura, paura, paura del troppo e del troppo poco, misura mai acquisita, mai imparata e oramai e’ tardi se non nella speranza di chi sa sentire, leggere oltre grammatica e sintassi.
Ora la luce si spegne e ancora ricordare, ancora sperare, ancora rami veloci a salutarmi e resto a cavallo di ieri e di domani perche’ qui e ora non c’e’ nulla che possa chiamare casa, con gioia esclamare di essere arrivato.
Si, il viaggio e’ nel percorso e non mi sono fermato, non mi fermero’ e’ che non mi sento ancora pronto, non pronto del tutto…
I’ll always be hunting high and low
Hungry for you
Watch me tearing myself to pieces
Hunting high and low