Da finire

Provare a raccontare non e’ cosi’ facile specie nel momento in cui cerco di spremere e condensare stati d’animo oltre l’esperienza.
Quanto e’ difficile far convivere il bisogno d’ognuno di sbagliare con la prevenzione del dolore, del disagio, della delusione, indurre l’imperferzione evitando irrimediabili conseguenze, traumi che restano e talvolta piegano, inspiegabile spiegato da un tempo che raramente perdona, che ancora meno concede se non cocci che solo faticosamente ricomposti definiscono immagini delle quali niente interessa piu’.
L’arroganza e’ un girotondo che il solo dolore interrompe e c’e’ ogni volta uno specchio con troppa luce, con troppi colori, con troppe bocche che cianciano, discutono, sillabano e cadenzano cio’ che non si vuole udire.
Noi mortali abbiamo il solo privilegio dell’acciaio forgiato nel fuoco, condanna per qualcuno, per me benedizione e privilegio, magari con misura, angolo di ristoro li’, li’ vicino ma nessuna alternativa e’ invero preferibile se non immergendosi nella decandenza, nella dissolutezza, smarrendo l’essenza stessa dell’essere uomo in quanto somigliante creatura.
Filosofia nemmeno troppo antica e non importa si urli sia sbagliata perche’ natura ha ritmi propri irrinunciabili e contraddire e’ figlio di benessere, vizio e perversione, magari stupidita’, ignoranza di coloro che osservano perche’ non sanno agire, ammantati di pavida superficialita’.
Piccola cultura da combattere e costa urla e lacrime ma ricompensa fiera consapevolezza, decisa presenza, nessuna certezza ma si sente di possedere, di conoscere e se accettazione e’ chimera, almeno e’ possedere laddove illusione impera.
Hai paura del tuffo nella polla del plasma!
Ha paura di essere distrutta e ricreata vero?
E scommetto che pensi di aver risvegliato tu la mia carne, ma tu della carne conosci i precisi canoni della societa’, non riesci a superare antiche paure, il terrore malsano della carne…
Abbi grinta o rinuncia a toccare il cielo!

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