Conservare oscuro

Baricentro nella vertigine, colonna di roccia instabile nel fulcro esatto del vuoto, precipizio che sempre meno guardo, progressivamente stanco, annoiato a volte da quell’acqua sul fondo che riflette puntino di giuste proporzioni lontano e persino inutile nel solo rimbalzo d’immagini.
A mani nude ascolto voce di un tempo e si fa strada antica passione, voglia mai dimenticata e ho freddo, sensazione di vertigine sepolta nelle ore da impiegare, nella quotidiana reazione alla paralisi, nello stravolgere giorno con volere, volonta’, realizzo.
Disturba, spaventa, si spaventa l’ombra di un sogno troppo grande, irrealizzabile perche’ a portata di mano, perche’ come fantasma trasportato dal vento, vedo allontanarsi nella mestizia di pigri mesi indaffarati e c’e’ la colpa di chi nel lassismo ha seminato parole senza scriverle, gesti che muovono aria in danza che nessuno vuole vedere.
Immaginare l’impossibile e’ gioco che aiuta a dormire meglio, ma non abbracciare il sorriso di un tempo, non ancora ad espiare il rimpianto di chi prima di me mi comprese e cerco’ di guidarmi con metodo sbagliato forse ma giusta direzione, col coraggio dell’antepone l’altrui vita alla propria.
Profumo di cio’ che non puo’ piu’ essere, peso che solo non guardare rende sostenibile, sguardo di occhi bassi in cerca di perdono dopo indicibile arroganza di chi negli anni ha ricevuto solo oro e diamanti.
Sto dimenticando, dimenticando ogni minuto, ogni nuvola, ogni roccia, ogni albero ed e’ cosi’ difficile mantenere viva attenzione e concentrazione, far finta sia tutto normale quando e’ solo un nuovo modo di scivolare silenziosamente, senza infastidire ed ancora un muro, uno di sempre, uno dei miei, uno eretto mattone su mattone, indifferente nell’indifferenza sino a quando niente importera’ piu’, niente servira’, niente rimarra’.
And the sand
And the sea grows
I close my eyes
Move slowly through drowning waves
Going away on a strange day

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