Ribaltare, stravolgere la prospettiva e li’ cercare, trovare, capire.
L’ignoranza e’ male, l’ignoranza e’ il grande delitto dell’uomo ma la non conoscenza e’ l’immensa difesa.
Salvezza non nel non sapere ma nel decidere cosa non conoscere, selezionare nozioni ed emozioni, allargare lo spazio senza forarlo, bolle di sapone da preservare senza che attanaglino la gola, senza che lascino senza respiro.
Se ferisce quanto perduto, la via e’ non perdere mai e cosi’ circondarsi di quanto sia sempre con noi, in noi, per noi.
Un sorriso non ricevuto non toglie il respiro, un bacio non avuto non tange il sonno, una carezza non sfiorata non asciuga le lacrime, una parola non sussurrata non toglie un futuro, la pioggia che cade non dice addio.
Everything is temporary anyway
when the streets are wet the colors slip into the sky
but I don’t know that means you and I are
that means you and I…
Categoria: dblog
Inutili sorgenti
Iperventilazione. Ossigeno eccedente che brucia dentro, polmoni prima, lacrime poi.
Ritrovarsi in luoghi che non volevi piu’ vedere e sentire, sedersi stanchi, un po’ increduli, un po’ rabbiosi.
Si arriva sempre soli ma mai per se stessi, si giunge ogni volta stanchi ma mai spezzati.
Il pozzo e’ fondo, il cielo sempre troppo lontano, anche una stella puo’ illuminare come il sole ma l’illusione non dura mai troppo a lungo.
Cosa fare, dove uscire se la trappola sei tu, se non hai altri orrori che te.
Su quella sedia continui ad attendere e il tempo scivola lento ma in fondo e’ l’unico che ascolta, e’ l’unico che risponde.
Passi immobili
Il sole di questa notte bruciava l’asfalto, arrostiva l’aria oramai irrespirabile e onde di calore coprivano lo spazio con fantasmi di mondi solo apparentemente lontani.
Un lupo, un falco e un orso si sono avvicinati per raccontare storie ma non volevo ascoltarli, no non volevo ascoltarli.
Un bambino si e’ nascosto al mio sguardo e piangeva mentre orgoglioso non chiamava aiuto ma lo desiderava tanto.
Ho camminato, non troppo, mai abbastanza.
Ho osservato cosi’ intensamente il terreno sino a dimenticarmi fosse una strada sezionando ogni singola molecola, smarrendo le curve e i rettilinei, ignorando alberi e fossi, cercando via dove gia’ ero.
Poi ombra, poi acqua; non e’ casa ma almeno mi fermo, almeno respiro, almeno vedo un cammino innanzi a me.
Tutto un mondo diverso
L’esistenza, L’essenza della realt
Il nuovo giorno
Certi mostri non si uccidono, li si imprigiona e basta.
Anni per catturare la bestia e poi tenerla li’, nella sua fetida prigione.
Eterna ti scruta, ti guarda, osserva ogni movimento.
Ringhia spesso, tossisce e sputa, morde l’aria e si avventa sulle sbarre con ferocia spaventosa e inaudita ma perlopiu’ giace nella penombra, soffiando piano, con occhi luminosi venati di rosso, socchiusi e crudeli, beffardi persino.
Non ci si libera di certi mostri perche’ fanno parte di te, sono lo scorpione dentro la propria natura e lo sanno, diavolo se lo sanno.
La bestia puo’ attendere una vita intera ma sa che girerai lo sguardo verso di lei, sa che sara’ il tuo ultimo pensiero prima di dormire e il primo al risveglio, sa che la sfiderai ancora in questa insana gara di sopravvivenza alla quale non si sopravvive mai.
La bestia sa che devi liberarla di quando in quando, sa che le aprirai la gabbia e sulla distanza la controllerai, la scruterai e vi girerete attorno in un duello di forze assopite, in uno scontro di forze in equilibrio perche’ se sa di non essere piu’ forte di te allora tornera’ da sola in gabbia e ancora una volta riprenderai il controllo su lei e la vita, ancora una volta ripartirai da questa vittoria per andare avanti ancora un po’, per sentire di nuovo il vento sul volto e per continuare a… per continuare.
Devi considerare la possibilita’ che a Dio tu non piaccia!
Che con ogni probabilita’ lui ti odia!
Non e’ la cosa peggiore della tua vita! Non abbiamo bisogno di lui.
Al diavolo la dannazione e la redenzione! Siamo i figli indesiderati di Dio e cosi’ sia!
Devi avere coscienza, non paura. Coscienza che un giorno tu morirai.
E’ dopo che abbiamo perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa!
Congratulazioni, ora hai fatto un passo verso il fondo.
E le montagne non si muovono
La mia tolleranza agli stress ora e’ bassissima.
Credo potrei esplodere da un momento all’altro, credo potrei maledire il creato con urla cosi’ possenti da sbriciolare le fondamenta stesse della terra.
Concentrazione, si concentrazione.
Visualizzare l’ordine, ricombinare, ricombinare, manco di integrita’ strutturale.
Il caos e’ un concetto non uno stato delle cose, il caos e’ solo ordine da comprendere, da catalogare, da riorganizzare.
Cio’ che esiste e’ energia e se e’ energia allora e’ riconducibile a forma d’onda e se e’ forma d’onda allora e’ suono.
Muoversi sul suono, fondersi col suono, librarsi col suono e’ ancora possibile.
Un’immensa batteria cosmica percossa da bacchette veloci; ritmo in 4/8, battute dispari in forte evidenza, sincopatie diffuse, rullante altissimo, grancassa dilaniante e dolorosa quando colpisce lo stomaco.
Ecco emergere l’ordine sulle punte degli stick, basta seguirle, basta osservarle, basta governarle…
… basta.
Armoniche radiali
Se flutti artificiali coprono sabbia artificiale, questo li rende meno desiderabili?
L’incedere del tempo confonde i bisogni e offusca le necessita’… o forse no.
Forse e’ il togliere significato e valore che mescola e amalgama l’inutile con se’ stesso, che purifica la mente addensando l’inutile in blocchi informi eppure organizzatissimi.
Accetto cio’ che non comprendo e facile certo non e’ stato giungere indenne sino a qui ma in fondo, ne e’ valsa la pena.
La vastita’ come opportunita’, l’immensita’ come foglio su cui scrivere e una curiosa nuova voglia di capire questo attorno sempre piu’ piccolo, sempre meno distante, meno denso che mai.
E l’eternita’?
Quella e’ un’altra faccenda che prima o dopo si dovra’ affrontare e finche’ ancora mi immergo nell’innocente mare dell’inconsapevolezza, il tempo e’ ancora mio alleato.
You always kept a sunset behind your lonely shoulder
You never showed on photographs and you never grew much older
You flicker like a shaky shadow, moving like a thief
You never drop your facade and you never seek relief
Because you’re the man who dies everyday
Chiodo
C’e’ quel momento in cui lei accompagna il finale urlando forte, disperatamente, dolorosamente.
Penetra dentro con altrettanta pena, con la stessa forza di un uragano.
Ricordo l’istante in cui ho vissuto l’emozione, il lampo di gioia e sofferenza.
Il sole cadeva pesante fuori la tettoia in legno, ero stanco, stanco e dolorante, stanco, dolorante e un po’ appagato.
I pensieri mi stavano abbandonando, il cielo… mio Dio che cielo stupendo…
Fame, sete, voglia di riposare.
Bisogni fondamentali per uscire da ogni sfera d’esistenza ed ecco la sua voce, potente, cristallina, intensa.
Si, forse e’ solo trasposizione, ma quel dolore era come fosse il mio e udirlo li’, potente come un rombo di tuono e’ stato come uscisse dalla mia stessa gola.
In quell’urlo confessione e espiazione, uscita e fuga, cadere esanime scevro di ogni spasimo.
Intenso, momento in cui si esiste.
Feelings are intense
Words are trivial
Pleasures remain
So does the pain
Words are meaningless
And forgettable
Una formalita’
Cosa significa stile di vita non adeguato?
Puro conformismo, rigurgito di tradizione che nasce da chi o cosa oppure vera esigenza di anima e corpo?
Un uomo si ferma e muore o semplicemente muta?
Fuori tempo e fuori schema, come applicare il consueto laddove ancora serpentine di cemento si srotolano in anfratti mai abbandonati?
Sento il peso di qualcosa indefinito eppure volo piu’ alto che mai e le altrui cime paiono mucchi di terriccio brulli e desolanti.
Quella sedia dondola sempre meno e le immagini della veranda cambiano a una velocita’ inaspettatata ma ora osservo, registro e punto altre fiches sul tavolo verde mentre la pallina gira veloce.
Tra il nero e il rosso ho scelto l’alto, intanto la pallina continua a girare…
conforme a chi?
conforme a cosa?
conforme a quale strana posa?
va peggio, va meglio
non so dire non lo so
…
sei tu sei tu
sei tu chi pu
Torre del lago
Guardare troppo in se’ stessi porta alla malinconia, cosi’ dicevano, cosi’ si dice.
Se l’abisso e’ troppo profondo forse, altrimenti e’ mera dialettica.
Scivolare e’ sempre la risposta, aprirsi all’antro dei pensieri senza scappare, senza temere, senza paura di esplorare.
Scoprirsi per tanti versi piu’ vivi, notare che certe luci una volta fioche ora risplendono come tungsteno, amare le cose di sempre con ancora piu’ passione.
Bastarsi senza mai dire eccomi, canzoni amiche, libri fratelli, pellicole amanti e non serve altro per non arrendersi mai, persino quando mai e’ troppo grande, troppo spaventoso, troppo raccapricciante.