Caduta felice

Contemplazione di possibile risposta senza domanda, autoanalisi nel silenzio forzato, voglia di difendere, spiegare, minimizzare o ampliare, deformare senza stravolgere, definire e raccontare.
E’ come muro di tastiere con troppi tasti, troppe note, accordi non sempre assonanti, poche dita, mani leggere e canzoni di difficile esecuzione, complesso tappeto sonoro, partitura che a stento riproduco tra note dimenticate, melodie scordate, riff improvvisati a volte efficaci altri banali e scontati.
Comunicare se’ stessi con cuore confuso in spazio ampio ed arioso, poca intimita’, bassa resistenza alle intemperie, pioggia battente, riassetto non sempre efficace, talvolta inutile, confuso ed ermetico.
Grandi nuvole scure in contrasto al marmo lucente che sotto i piedi sostiene ed avvalora, pietra dopo pietra ho costruito e un poco rinnego senza malizia, senza dolore, inevitabile sfoltimento di emozioni ed anni che accumulatisi pesano come macigni, rallentano e persino pensare pare fatica incommensurabile.
Volgo lo sguardo oltre il mare, oltre l’oceano, oltre l’esotico lontanissimo e sconosciuto, sorpreso ed incantato, estasi potrebbe darsi indotta ma quale stupendo inganno ed e’ difficile spiegare, far valere proprie illusioni.
Stupido e’ cercar dimora dove casa non c’e’ ma dov’e’ invero questo luogo sicuro ambito, desiderato se ogni mattone diligentemente posato, con violenza calcio lontano da me con disprezzo e rabbia?
Destino di girovago pragmatico, paria in societa’ nella quale impero con pugno fermo, radici in antico dolore, forse solo ingannevole stratagemma per non crescere, per non mollare presa su poco, tanto, non c’e’, non importa ma e’, resta qui, c’e’ sempre stato, desiderio bambino, unico sole e timore di perdere quel bagliore sola guida, consolazione, certezza di essere, di restare, di resistere.
I come back…come back
you see my return
my returning face is smiling
smile of a waiting man…

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